Vita e opinioni filosofiche di un gatto

Poche, pochissime cose quaggiù riescono a sfiorare la maestria di un mistero, le nebulose essenze di un carattere, di uno sguardo, la sinistra e velata cadenza di una mossa, i rilassati e maestosi calchi della pigrizia, la luce di una movenza come ad andare verso qualcosa che è senz'altro sospetta, dunque scoprirla, scavarla, capirne i guasti e la stranezza nell'adagio di un passo da detective, attentissimo sempre, come un cammino di lato. Il prodigio di un animale figlio forse della magia, di una bellezza occulta che diventa amore sommo nei giorni della vita trascorsa insieme, reciprocità mai tanto felice, dialogo che ha eccome il suo dizionario intimo, intensità e fiducia di rarissima corrispondenza. Che cos'ha fatto Taine in questo meraviglioso librino? Ha sciolto, attraverso i pensieri di un gatto, e soprattutto attraverso la grammatica dei gesti del gatto, tutta una filosofia di prezioso incanto che è alla fine il miglior senso della vita a cui ognuno dovrebbe consegnarsi. La soffice compagnia del silenzio insieme a un libro, non inferiore al caldo che il gatto adora quando corteggia una stufa; ma anche l'agilità di alcune intuizioni, l'immediatezza a comprendere la difficile realtà di un momento, non inferiore al balzo o alla prontezza nell'arcuarsi della schiena del felino quando sente e tocca un pericolo possibile. Un amore enorme dell'uomo verso quest'animale, i raggi di un'invidia per le sue logiche, i suoi scatti, quel magnifico e irresistibile gioco di prestigio che Dio ha inserito nei suoi baffi come l'arcano che nessuna filosofia può accostare. Un gatto filosofo allora che dispensa virtù e valori in pochissime pagine (giustamente degne della sua ignavia) ma ficcanti e precisissime come un trattato sull'arte di vivere. Dense come un graffio al momento giusto, e lontane da stupide forme, da schemi ordinari, fissi, dunque figlie della vera libertà. Un piccolo sogno da sfogliare, come una lunga carezza a questo compagno inafferrabile, unico, divino.