Istanbul Istanbul

'L'inferno non è il luogo dove soffriamo, è il luogo dove nessuno sente le nostre sofferenze'. al - Hallaj Una dichiarazione d'amore. Così definirei questo romanzo. Una dichiarazione d'amore verso una città che non riesce a ricambiare questo amore, lo sfugge, lo teme, lo dimentica. Se le note possono assomigliare ad un'altra splendida sinfonia che è quella di Josef Brodskij di 'Fondamenta degli Incurabili', in questo caso i toni sono decisamente più cupi. Istanbul non si concede e lascia sprofondare i protagonisti nelle viscere della terra e nelle viscere del proprio inferno privato. La sola arma da poter usare è l'immaginazione, la capacità di raccontare e di raccontarsi storie, il legame fra ciò che è vero e ciò che non lo è diventa illusorio e del tutto inutile. Istanbul dimentica ed il solo modo per non dimenticarla è non dimenticare.

Questo geniale libro di Sönmez ha cinque protagonisti: quattro uomini e una città, Istanbul. Confinati in un carcere, in dieci giorni i quattro coinquilini forzati condividono le loro storie, il loro dolore, la loro visione del mondo e della loro amata Istanbul. La scrittura mi è parsa un po' pesante in diverse parti. Consigliato a chi vuole immergersi in un travolgente spaccato sull'unica città al mondo che si estende tra due continenti.

Questo geniale libro di Sönmez ha cinque protagonisti: quattro uomini e una città, Istanbul. Confinati in un carcere, in dieci giorni i quattro coinquilini forzati condividono le loro storie, il loro dolore, la loro visione del mondo e della loro amata Istanbul. La scrittura mi è parsa un po' pesante in diverse parte. Consigliato a chi vuole immergersi in un travolgente spaccato sull'unica città al mondo che si estende tra due continenti.