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Anime prigioniere. Percorsi educativi di pedagogia penitenziaria - Antonio Turco - copertina
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Descrizione


L'attuale realtà del sistema penitenziario ha determinato una sostanziale burocratizzazione del ruolo degli operatori penitenziari e, in particolare, degli educatori. Il sovraffollamento delle carceri e il numero sempre più esiguo di presenze educative (e di altre specializzazioni, ad esempio lo psicologo) all'interno degli istituti hanno di fatto svuotato di senso l'idea stessa di trattamento. Appare, quindi, utile rilanciare l'ipotesi di un modello poliprofessionale che raccolga in una sola identità operativa capacità di gestione del quotidiano e visioni di prospettiva che sì muovano in direzione dell'inclusione sociale. Il volume affronta diversi percorsi: rilettura storico-critica del modello pedagogico penitenziario; analisi delle attuali funzioni e competenze dell'educatore penitenziario; ampliamento del contesto oggetto di studio (l'obiettivo è quello di pensare a un operatore/team in grado di attivare risorse esterne e capacità di azione multiagency); riflessione sul ruolo del terzo settore e sulla prospettiva di un'operatività sviluppata in chiave fund raising; valorizzazione del modello autoimprenditoriale attivato da molte cooperative di detenuti; professionalizzazione del volontariato come attore del recupero. Questi temi vengono affrontati con una chiave di lettura proiettata allo sviluppo di un modello di "pedagogia sociale" che intende superare lo stereotipo di pedagogia penitenziaria.
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Dettagli

2011
14 luglio 2011
254 p., Brossura
9788874666102
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Indice

Prefazionedi Sebastiano Ardita
Introduzione. L'utopia come valore, il valore dell'utopia
1. La pedagogia penitenziaria: una lunga storia
Pena e devianza: riferimenti teorici/Le funzioni della pena
2. Gli utenti dell'azione educativa
La centralità del detenuto, unico vero soggetto dell'azione educativa/La conoscenza della cultura detentiva e il rispetto dei paradigmi devianti: le premesse essenziali per un rapporto efficace/L'empatia: il principale strumento di comunicazione tra operatori e utenti
3. Le figure del trattamento penitenziario fra dottrina, attribuzioni normative e realtà
I direttori: le difficoltà dei "padroni delle isole"/Il personale della polizia penitenziaria: tra controllo e spinte riformiste/Gli assistenti sociali: il territorio come conquista/Gli esperti e l'azione terapeutica: il dramma del setting e di un ruolo ibrido tra appartenenze disciplinari e intervento professionale/Gli educatori: le loro funzioni, la loro storia/Gli educatori e il dibattito aperto sull'interpretazione del ruolo: colloquio clinico o vivere tra i detenuti? La valenza dell'azione comunitaria
4. Il carcere in un sistema di welfare
Carcere e territorio: l'evoluzione di un rapporto/La comunità esterna/Terzo settore e politiche di welfare/La democrazia globale
5. Dalla pedagogia penitenziaria alla pedagogia sociale
Il detenuto come soggetto di comunità. Il senso dell'appartenenza/Le esperienze di buon carcere: la trasferibilità delle buone prassi/Le figure del trattamento e gli operatori dell'associazionismo verso una professionalità sociale/modello dell'operatore unico: il superamento delle competenze specifiche/La pedagogia amigoniana: un esempio di efficacia operativa. Dal microcosmo comunitario alla comunità solidale/Il detenuto responsabile in un sistema sociale responsabile
Post scriptum: i pericoli della devianza sintetica
Dalle vite violente delle borgate al fascino dei Marsigliesi e della Magliana
Dall'Onorata Società ai casalesi
Dai corleonesi e Cosa nostra agli stiddari
La vulnerabilità urbana: il rapporto tra criminalità e inurbamento
La società solidale, il carcere solidale
Postfazione di Patrizia Patrizi
Note
Bibliografia
Ringraziamenti

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