Una cosa divertente che non farò mai più

Un reportage di un'esperienza su una nave da crociera che diventa un piccolo trattato di sociologia spicciola, atto a descrivere un fenomeno sociale tanto in voga, amato o odiato senza vie di mezzo: la vacanza in crociera. Arguto, ironico, a tratti esilarante, con una prosa ricca, ricercata ed efficace, Wallace sa non solo cogliere ma anche raccontare in modo perfetto le contraddizioni di questo tipo di vacanza, quasi col piglio di un antropologo che studia le abitudini di una tribù. Certo il punto di vista è quello di uno che non ama le crociere e che non riesce neanche a farsele piacere per una sola settimana, di uno che è sicuramente su un gradino superiore ai suoi compagni di viaggio in quanto a cultura, per cui è fin troppo facile per lui parlarne con tono saccente. E' un po' come fare battute esilaranti alle spalle di un inconsapevole zimbello e in questo modo accattivarsi il pubblico. Io vi ho colto anche qualche problemino di socializzazione dell'autore che prescinde dal contesto in cui era inserito.

Esilarante, e incredibilmente vero. Uno sguardo disincantato e una intelligenza ironica: messe insieme producono una lettura ad alto tasso di divertimento, e una scrittura colta e godibilissima. Adoro il tratteggio dei vari personaggi presenti a bordo nave. Chi ha fatto almeno una crociera nella sua vita, non può non provare solidarietà con l'esperienza dell'Autore, e sorridere, e qualche volta ridere di gusto. Consigliatissimo

David Foster Wallace è una garanzia quando si parla di saggi e questo è senza dubbio uno dei suoi migliori libri. Divertente, finemente sarcastico e scritto alla grande, le storie che racconta sono vere e sono raccontate in modo che il lettore tra se e se si dica "è proprio vero!". Un grande scrittore, andato via troppo presto, ma che ci ha lasciato in eredità tanta buona scrittura.