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Un anonimo paesino della Sicilia, anni '70. Il muro del Teatro Regio, dove puntualmente appaiono scritte, propaganda e pettegolezzi, offre ogni giorno ai clienti abituali del Bar Rigoletto, con i suoi tavoli all'aperto, lo spunto di conversazione. L'avvocato Gaetano La Russa, detto Don Tano, ha un tavolo riservato, lì riceve i clienti e anche i notabili del paese: il parroco, padre Alfio La Rosa, il Direttore artistico del Teatro, dottor Carmelo Cumia e il caporedattore del Gazzettino locale, Attilio Brigandì. Al Bar passa le sue ore a scrivere anche Matteo Miccichè, musicista mancato, critico teatrale, che collabora col Gazzettino e, in genere, le sue sono critiche piene di acredine e giudizi negativi verso qualsiasi rappresentazione. Questo va contro gli interessi di chi sta cercando di ottenere fondi per il Teatro e il critico è malvisto da tutti. Un giorno a Miccichè sparisce il cappello e ciò gli provoca una depressione grave, che lo spedisce in una clinica per malattie mentali. Grazie alle cure e alle attenzioni della dottoressa Delia, della quale si innamora, riesce a ritrovare il suo equilibrio, ma i potenti non approvano la relazione fra i due e allontanano la dottoressa. Matteo Miccichè, clinicamente guarito, viene dimesso e, in preda ad una lucida follia, si vendica dei suoi nemici, segnando per sempre il suo destino.
Ottimo romanzo di ambientazione siciliana, ritratto oggi come ieri di un'Italia dove tutto cambia affinchè tutto rimanga identico. Linguaggio innovativo ed autentico. Consigliatissimo.
Ho letto questo libro con grandissimo piacere: proprio quel piacere della lettura che oggi si prova così raramente, affrontando opere di nuovi autori, con tutte i loro stili omologati. Il piacere che si può provare ascoltando un brano musicale dall'armonia perfetta. Tutto, nel libro di Cinzia Pierangelini, ricorda l'armonia: lo stile, il lessico usato, le descrizioni dei personaggi e dei luoghi. Per lo meno è questo che io ho avvertito, ed è per questo che parlo di "piacere della lettura". In maniera più specifica, è stupore, quello che ho provato: felice stupore che ancora ci sia qualcuno che possa scrivere così. Insomma, posso dirlo? Uno dei migliori libri che ho letto negli ultimi anni.
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