Il gioco delle sette pietre. Siracusa, 1964

Sembra quasi naturale che questo lungo racconto noir sia stato scritto da Alberto Minnella, classe 1985, su una Olivetti Lettera 32, regalo di Natale particolarmente gradito. L'atmosfera retrò che permea la narrazione, tutta intrisa del fumo di pipe e sigari tranquillamente fumati in un commissariato degli anni '60 (senza cartelli di divieto) fa tanto Chandler ed è perfetta per una storia che ricorda, non tanto casualmente, quelle di Sciascia. La città - le sue descrizioni fatte di colori e atmosfere prima che di luoghi - intride quasi ogni singola pagina; cosa che per altro capita spesso nella scrittura dei siciliani, probabilmente perché la bellezza di quella terra non riesce mai a prescindere del tutto da nessuna narrazione. Un gusto particolare per la parola, in certo modo raffinato, è quello che colpisce di più in questo racconto, gusto che Minnella di certo ha affinato e limato con cura negli anni di scrittura sul suo vecchio blog. Tuttavia la sensazione complessiva che lascia questa lettura è quella di un gioiellino in nuce, penalizzato soprattutto da refusi e disattenzioni ma anche da possibili spunti interessanti abbandonati un po' a loro stessi. Una scrittura, quella di Minnella, che resta in ogni caso interessante e da tenere d'occhio.