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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2011
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Per dimostrare l'importanza della conoscenza nella nostra vita, il libro inizia con una provocazione della curatrice: immaginate di perdere tutte le vostre conoscenze; che cosa vi accadrebbe? Dal senso di disorientamento che ci induce questo esperimento mentale siamo portati a riconoscere quale ruolo essenziale abbia per noi il conoscere. Ma fino a dove si estendano le nostre conoscenze non è così chiaro. Ad esempio, ci sono ambiti della nostra esperienza in cui non si tratta tanto di conoscere quanto di sentire? Il libro si snoda in quattro capitoli dedicati rispettivamente alla conoscenza estetica, religiosa, scientifica ed etica. Nel primo, Maurizio Ferraris sostiene persuasivamente che la conoscenza estetica è conoscenza sensibile accompagnata da imitazione e sentimenti. Nel secondo, Christopher Hughes vaglia con rigore gli argomenti contrari e favorevoli all'esistenza di conoscenza religiosa, concludendo che nessuno è decisivo. Nel terzo, Giulio Giorello mostra in modo brillante la natura congetturale dell'impresa scientifica e le sue implicazioni pubbliche (ma il lettore può chiedersi dove sia finito il contesto della giustificazione oltre a quello della scoperta). Nel quarto, Eugenio Lecaldano presenta una panoramica della filosofia morale contemporanea ed esclude che si dia genuina conoscenza etica, dal momento che l'etica è piuttosto un'attività radicata nei sentimenti (ma ci si può chiedere come avvenga che si apprende a sentire in modi diversi). Uno degli aspetti più interessanti del tema è proprio il complesso intrecciarsi delle forme considerate. Si noti ad esempio questa tensione: il sentire (estetico) è per Ferraris una forma di conoscenza, mentre il sentire (etico) non lo è per Lecaldano. Il libro termina giustamente con alcune considerazioni della curatrice sugli intrecci fra estetica, etica, scienza, religione.
Giovanni Tuzet
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