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Anno edizione: 2017
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In L'inverno d'Italia Davide Toffolo racconta la storia drammatica del campo di internamento di Gonars (Udine), vista dagli occhi di due bambini sloveni. Cinque leggeri capitoli e un'appendice con i documenti di riferimento scorrono veloci alla lettura e, apparentemente, descrivono senza peso la deriva razzista dell'Italia fascista nel 1942. Il graphic novel è un invito all'approfondimento di un tema delicato, ma se tra le pagine diafane e scontornate cercate delle storie con un inizio, uno sviluppo e una fine, allora è il caso che dirigiate altrove il vostro sguardo. L'inverno d'Italia è distante anni luce per toni, situazioni, disegni e narrazione dagli altri fumetti dell'"Allegro Ragazzo Morto" (Il re bianco, Carnera, Intervista a Pasolini, tutti editi da Coconino). Senza dubbio il linguaggio del fumetto, per quanto vario e complesso, ha una sua grammatica specifica: per molti lettori, autori e critici è nello spazio bianco tra due vignette che vive il vero fumetto, per altri nella composizione della tavola e dei disegni, per altri ancora nei testi dei balloons. Qui Toffolo abbandona tutti i presupposti canonici di tale linguaggio e li orienta secondo una direzione assolutamente personale ed essenzial-minimalista. Via, quindi, le divisioni tra vignette, i segni grafici extradiagetici, la sequenzialità rigorosa dei disegni; via anche la traccia narrativa, i margini di azione, il bilanciamento tra bianchi e neri; verrebbe da pensare: via tutto. Ricercare direzioni alternative, sperimentare nuovi linguaggi, tentare di sovvertire canoni e forme narrative è doveroso per gli autori, ma non si tratta di pratiche esenti da rischi. Piace pensare che L'inverno d'Italia non sia la premessa per un capitombolo, ma sia una di quelle opere minori, appuntata magari durante la creazione delle tavole di Gente di Berlino, un significativo tassello di un percorso di ricerca più ampio e interessante.
Darko
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