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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2009
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Il libro potrebbe definirsi un “social noir”, una via di mezzo tra il giallo e l’inchiesta di denuncia sociale, in quanto sullo sfondo delle vicende vissute dai protagonisti c’è il Nordest, rovistato nelle sue pieghe da Carlotto: una regione che ha contrastato la crisi economica anche grazie ai traffici illegali sul passante di Mestre, un crocevia dove si incontrano le più crudeli organizzazioni mafiose dell’est europeo, la mafia Kosovara e quella serba, tra servizi segreti deviati, poliziotti corrotti, escort –se vogliamo chiamarle così- che mantengono legami tra illegalità e polizia. Ennesima prova riuscita di Carlotto
Ingredienti: un intreccio appiccicoso di droga, mafie e donne pericolose, tre investigatori faidate invischiati loro malgrado, crimini e vendette guidati dall'amore, un finale sospeso per nuove future trame. Consigliato: a chi si fa guidare su ogni terreno dall'ossessione per la verità, a chi sconfina nella violenza se accecato dall'amore.
Sebbene "L'amore del bandito" sia, a mio avviso, inferiore rispetto ad altri libri precedentemente letti dello stesso autore, lo stile di Carlotto resta inalterato: asciutto, crudo, essenziale. Certo, come corollario alla denuncia della realtà malfamata del "ricco" Nord-Est, avrebbe potuto scrivere una storia più corposa, strutturata e ritmata. Ma tant'è....!!!!
Recensioni
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Al suo esordio, nel 1995, il personaggio dell'Alligatore divenne un piccolo caso letterario. La filosofia di fondo della serie ideata da Massimo Carlotto è semplice sebbene sovversiva: non sempre il finale di un romanzo poliziesco è pensato per affermare il senso di giustizia del sistema, ma anzi a volte la trama non fa che confermare l'inesorabile inutilità degli apparati di polizia nostrani. Dopo La verità dell'Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Nessuna cortesia all'uscita, Il corriere colombiano e Il maestro di nodi, questo nuovo episodio si presenta come il seguito ideale di Nessuna cortesia all'uscita, pubblicato nel 1999, dove la malavita veneta si trovava nella difficoltà di gestire i rapporti con i parvenu dell'Est, la mafia russa e la malavita albanese.
Ancora una volta in queste pagine Marco Buratti, detto l'Alligatore, condannato ingiustamente a sette anni di galera e diventato in seguito un detective privato senza licenza, ribadisce la sua visione del mondo: quando ci si trova invischiati in una storia di malavita è matematico che finisca male, che ci scappi il morto. Nessun giudice, avvocato o tribunale è in grado di sistemare le cose. L'unico modo per risolvere i guai è rivolgersi agli amici di sempre. Come il vecchio Beniamino Rossini, contrabbandiere e rapinatore, e il ciccione Max la Memoria, entrambi braccati, entrambi insofferenti rispetto ai meccanismi ufficiali della legalità. Seduti su un vecchio sgabello della Cuccia, un night dov'è ancora possibile ascoltare del buon jazz e sorseggiare del Calvados fumando una sigaretta, parlano della scomparsa di Sylvie, la donna di Beniamino Rossini, rapita per ritorsione verso i tre amici, per via di una vecchia faccenda.
Due anni prima c'era stato un grosso furto di sostanze stupefacenti presso l'istituto di medicina legale dell'Università di Padova. Quelli che dovevano essere dei semplici campioni da utilizzare durante le autopsie, si erano rivelati degli enormi quantitativi di eroina, cocaina, ecstasy e anfetamine, spariti all'improvviso nel nulla. Interpellati dalla malavita locale, l'Alligatore e i suoi amici si erano rifiutati di intromettersi in una faccenda totalmente estranea al loro campo, ma oggi che Sylvie era scomparsa, forse valeva la pena ritornare a occuparsi di quella vecchia storia.
è così che ci si ritrova immersi ancora una volta nelle pieghe di un territorio che con il passare degli anni ha incorporato al suo interno una fitta rete di illegalità, con buona pace delle istituzioni. A metà strada tra la fiction e l'inchiesta, Carlotto rivela ancora una volta il lato nascosto del Nordest, una regione che ha contrastato la crisi economica anche grazie ai traffici illegali sul passante di Mestre, il tutto sotto l'occhio vigile delle associazioni mafiose. Quelle italiane, ma oggi più che mai, anche quelle straniere. Ne L'amore del bandito ci sono i serbi e i kosovari che si scontrano per accaparrarsi il controllo dei traffici illegali e c'è un sistema mafioso e paramilitare italiano che ha una serie di buone ragioni per appoggiare gli interessi di alcuni clan stranieri. Ci sono poliziotti corrotti e una donna del boss misteriosa e crudele, ma ci sono anche dei vecchi criminali con la loro morale, le loro regole e i loro amori. Gli amori dei banditi sono storie a cui i vecchi contrabbandieri come Beniamino Rossini possono rimanere attaccati per sempre, a costo di condannarsi all'inferno, a costo di sentirsi sconfitti. Sono storie struggenti di lunghe attese, di distanze e di ritorni tiepidi, ma anche di fedeltà e vendette. Altri due volumi formeranno il seguito delle vicende dell'Alligatore, una storia che, anche grazie agli elementi di denuncia sociale, già si annuncia all'altezza di altre più note trilogie giallo-svedesi.
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