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Una straordinaria benevolenza del Destino ha fatto vivere nello stesso tempo tre grandi nostri narratori: Capuana, Verga e De Roberto. E' vero che in Francia, Gran Bretagna e Russia specialmente, noi troviamo un fiorire superbo di queste fortune negli stessi anni, che hanno visto esplodere e salire a vette altissime il genere romanzo, ma nel nostro Paese bisogna ben guardare alla terra di Sicilia per poter esprimere un paragone di qualità con esse. E se Capuana sta sotto di un poco agli altri due nei risultati, egli ne ha ribadito tuttavia le tracce in un sodalizio di affinità irripetibile. Tra Antonio Schirardi, marchese di Roccaverdina, e Agrippina Solmo - che resterà presenza appartata ma feconda, se non addirittura "invisibile", fino al momento della sua disperazione finale - c'era stata una relazione sin da quando la donna aveva sedici anni. Ora suo marito, Rocco Criscione, fattore del marchese, viene trovato ucciso e si accusa del delitto un certo Neli Casaccio, che viene condannato poiché questi aveva minacciato la vittima se non avesse smesso di fare la corte alla moglie. Il palazzo del marchese si erge su di un'altura e domina "le povere casette di gesso" che la circondano. Ma anche il marchese, "Alto, robusto", non scherza e domina con inflessibilità i suoi sottoposti e i vicini che non vogliono arrendersi alle sue prepotenze. Ha preso di mira un piccolo terreno che gli resiste, situato proprio in mezzo alla sua proprietà. Il vecchio contadino Santi Dimaura non vorrebbe cederglielo, essendo appartenuto alla sua famiglia da più generazioni, ma non può opporsi alla richiesta del signore avido, che si avvale della sua fama per arricchirsi a spese della povera gente. Anche il prezzo di vendita è il marchese che lo impone. Un uomo, quindi, abituato a togliersi ogni capriccio, passando sopra gli altri assai sprezzantemente. La storia è già tutta disegnata qui con una scrittura che ha del moderno e avvince, sia pure con qualche punta qua e là di eccessivo sentimentalismo. La natura è presente come una voc
Il capolavoro di questo scrittore, che altrove non è più riuscito a raggiungere queste vette. Sta alla pari dei più grandi veristi (Verga, De Roberto, ...). E' forse l'unico suo libro che vale la pena di leggere, ma è da leggere assolutamente.
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