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Quest'opera prima di Melania La Colla non è un libro nel senso classico del termine, una storia narrata con un inizio e una fine, ma uno splendido variegatissimo melange: da formidabile autrice pluripremiata di testi teatrali qual è, Melania ha immaginato una storia nella sua amatissima Catania degli anni '70 del secolo scorso e l'ha realizzata come una commedia i cui personaggi principali sono la famiglia Fossi: Gaetano, sua moglie Melina e il loro figlio Roberto detto Rifì perché? la Loren ha chiamato il suo Cipì!!! E questo è già un input per farvi intuire la formidabile, intelligente ironia di Melania che condisce e colora tutta la storia e grazie alla quale riesce a delineare dei personaggi-macchietta che fanno sorridere e, attraverso di loro, far filtrare anche riflessioni serie, tra tutte le proposte provocatorie e pericolose della Lega Nord che vorrebbe dividere l'Italia che qui diventa la Lica per dividere Catania Nord da quella Sud; o il morbo della mucca pazza o l'austerity. Non è facile darvi un'idea della complessa bellezza di questo testo che mescola un uso sapiente della lingua siciliana, e catanese nello specifico, utilizzando anche termini del dialetto degli avi con inserti di filastrocche in rima baciata e alternata. Un altro leitmotiv di questa formidabile "storia meta comica di una questione quasi seria" è la profonda cinefilia di Gaetano, il protagonista, che è lo specchio di quella, straordinaria e affascinante, di Melania che la dissemina, come Pollicino con i suoi sassolini, in ogni riga della sua opera con l'escamotage del lavoro che fa fare al protagonista in un cinematografo. E sua moglie Melina, "vezzeggiativo del diminutivo di Carmela", come scrive l'autrice, ha una cultura così terra terra, diremmo in siciliano che è un po' "zaurda", che per elevarsi, a modo suo, storpia le parole che usa credendo di sembrare più "arrinisciuta" ma rendendosi solo più deliziosamente ridicola, quasi alla Frassica la definirei. Per mettere ancor più in ev
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