Il giardino delle delizie

Il romanzo di Giacinta Caruso mi ha subito attratto dai banchi d'esposizione della mia libreria per motivi non attinenti con il suo contenuto, ma per le sue "soglie" (come direbbero alcuni critici): quindi, ciò che mi ha attratto è stato il titolo che faceva esplicitamente riferimento ad una delle opere più enigmatiche di Bosch e ovviamente il dettaglio dello stesso trittico, prescelto come immagine di copertina. Sono sempre stato un appassionato frequentatore delle opere di Bosch e non ho mancato di leggere i due fondamentali testi "ermeneneutici" di Fraenger, rispettivamente su "Il Giardino delle delizie" e su "Le tentazioni di Sant'Antonio". Quindi, letti i risguardi di copertina con le notizie essenziali sul testo e sull'autrice, con entusiasmo mi sono lanciato nell'acquisto. Sempre sintonizzato sulla lunghezza d'onda dell'entusiasmo, senza por tempo in mezzo mi sono lanciato nella lettura. M'è sembrata interessante ed originale l'idea alla base del romanzo (una reviviscenza della setta degli damiti):anche il plot poliziesco regge bene sino alla fine con una classica "epicrisi" a conclusione dell'indagine, quando tutte le tessere in sospeso vanno al loro posto, con le "classiche" confessioni e spiegazioni finali, tipiche del poliziesco d'annata. Ho trovato questa lettura una bella occasione per rivistare alcune aspetti della vita e delle opere di Bosch, proprio perchè parte dell'indagine è centrata su questo, necessario, approfondimento alla ricerca di un bandolo nella matassa. Ho trovato forse un po' più deboli (narrativamente parlando) gli inserti di diario di Aleyt, la moglie di Bosch(che, per alcuni versi, con la loro attenzione al passato, mi hanno fatto pensare alle atmosfere de "La ragazza con l'orecchino di perla"): qui, il vigore con cui avevo portato avanti la lettura s'è leggermente smorzato. Devo dire, tuttavia, che quest'inceppo è stato ben poca cosa: il piacere della lettura mi ha accompagnato dall'inizio alla fine. Sarò decisamente curioso di leggere altre prove narrative dell'autrice.

Finalmente un nuovo talento che non si può ignorare. Una scrittrice tutta italiana che coinvolge senza sdolcinature o mielosi romanticismi. Omogeneità, grinta, rapidità di esposizione nel far scorrere una trama che percorre due epoche completamente diverse. Capacità di mantenere contemporaneamente in primo piano le più comuni incongruenze umane assieme ad un più elevato spirito di rivisitazione dell'arte.

Stento a credere che l'autrice sia alla sua prima esperienza letteraria. Veramente brava.Ottimo romanzo,interessante , coinvolgente e soprattutto scritto molto bene,cosa che purtroppo non è facile trovare.