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Traduzione di Paola Mazzarelli. Joe Simpson ripercorre le tappe della sua straodinaria carriera, e s'interroga sulla passione per la montagna. Brossura p.404 p., [12] c. di tav. 9788878081147 Buono (Good) Segni d'uso e del tempo alla brossura.
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stupefacente. 400 pagine di puro intrattenimento
Autobiografia dell’autore, l’infanzia avventurosa in Malesia (e chi non vorrebbe avere un’infanzia così?), giochi e dispetti con i fratelli, le prime scalate in Scozia e sulle Alpi. Procedendo con la lettura, però, si resta un po’ sconcertati: i furtarelli al supermercato, l’appropriazione dell’attrezzatura di 2 alpinisti giapponesi morti, la rissa in un quartiere malfamato, le innumerevoli disavventure alpinistiche, culminate nella miracolosa sopravvivenza ad una valanga e il salvataggio in elicottero sulle Alpi francesi. Sorge un dubbio: forse Simpson è davvero presuntuoso, egocentrico, esaltato, superficiale come lui stesso sospetta di essere. O forse anche altri hanno fatto le stesse cose senza raccontarlo. Un libro molto diverso dall’emozionante “La morte sospesa”, ma certo Simpson sa scrivere con una notevole dose di umorismo britannico. E’ un tipo molto simpatico da ascoltare in un pub, ma non la persona che vorrei x amico. Dopo l’incidente sul Siula Grande scrive con poca convinzione il libro che gli dà la notorietà, più x ingannare il tempo nell’immobilità forzata che x passione. Torna ad arrampicare ed inevitabilmente incontra il secondo grave incidente: precipita durante una scalata al Pachermo riportando gravi fratture. I fantasmi sono tutti gli amici morti in montagna: come molti sopravvissuti a gravi incidenti, ha sgradevoli, anche se irrazionali, sensi di colpa: xché a lui e non a me? La risposta è il Caso, ed è nella vita di ognuno di noi, sempre di più procedendo con gli anni: siamo tutti dei sopravvissuti. Come dice S.King in “Insomnia”, ogni uomo nascendo è debitore di una morte, e viviamo un tempo a prestito. Anch’io potevo essere tra le vittime dell’incidente aereo di Kathmandu, in cui Simpson ha perso 3 amici, se avessi preferito un tranquillo tour archeologico in Cina a un più avventuroso e pericoloso viaggio solitario in auto, sugli sterrati di polvere rossa dei deserti arroventati del N.T. in Australia. Il Grande Sadico (se ci fosse), dall’alto guarda e ride.
Una piacevole autobiografia con la quale l'autore si "sconsacra" e si interroga sulle circostanze che gli hanno permesso di sopravvivere in più di un'occasione. I segni profondi della salita alla Siula Grande emergono inevitabilmente ad un nuovo incidente nel corso di una "prima", ma questa questa volta il prevedibile lieto fine non contribuisce a sminuire la tensione. Ancora un buon libro di un autore spesso definito "narratore da pub".
Recensioni
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SPIRITO, PIETRO, La grande valanga di Bergemoletto, L'Arciere-Vivalda, 1995
SIMPSON, JOE, Questo gioco di fantasmi, L'Arciere-Vivalda, 1994
SCHNEIDER, ROBERT, Le voci del mondo, Einaudi, 1994
FRISON-ROCHE, ROGER, Primo di cordata, L'Arciere-Vivalda, 1995
COMICI, EMILIO, Alpinismo eroico, L'Arciere-Vivalda, 1995
BONATTI, WALTER, Il caso K2, Ferrari, 1995
recensione di Papuzzi, A., L'Indice 1995, n. 7
Per il secondo anno consecutivo il Premio Libro di montagna dell'Itas di Trento è stato assegnato a un romanzo non di genere: dopo "La pioggia gialla" dello scrittore basco Julio Llamazares, ecco "Le voci del mondo" del giovane austriaco Robert Schneider. Questa leggenda romantica e spietata, che racconta anche la violenza e le patologie della vita di montagna (vedi anche la recensione di Morello sull'"Indice" del novembre 1994) era sicuramente l'opera di più alto valore presentata al premio. Ciò non toglie che la sua vittoria adombri una crisi della letteratura di genere, forse specchio di problemi più generali che riguardano la pratica dell'alpinismo e la figura dell'alpinista. È significativo che la più interessante collana di letteratura alpinistica oggi attiva, "I Licheni" delle edizioni L'Arciere e Vivalda, abbia scelto la strada di riproporre agli appassionati di montagna e in particolare di alpinismo grandi classici: per le letture dell'estate segnaliamo le riedizioni di "Alpinismo eroico" di Emilio Comici, a cura della giornalista Elena Marco, che ha trovato anche nuovi testi e splendide fotografie, e di "Primo di cordata", famoso romanzo di Roger Frison-Roche degli anni sessanta, con nuova traduzione di Gaspare Bona. Non mancano, tuttavia, negli stessi "Licheni", piacevoli novità: "Questo gioco di fantasmi", il secondo libro dell'alpinista britannico Joe Simpson, già autore del drammatico "La morte sospesa", il quale narra qui le sue spericolate avventure, e "La grande valanga" di Bergemoletto del giornalista triestino Pietro Spirito, che ricostruisce uno straordinario caso di sopravvivenza in Valle Stura a metà Settecento.
Infine l'ultimo atto di una lunga e conflittuale vicenda che ha avuto per protagonista il più grande e popolare alpinista italiano: "Il caso K2. 40 anni dopo", di Walter Bonatti, che ripropone la sua versione della famosa notte in cui venne costretto a bivaccare nella neve, a ottomila metri, con lo hunza Mahdi, dopo aver portato nuove bombole d'ossigeno a Compagnoni e Lacedelli, che non vollero accoglierli nella loro tenda e in seguito dissero di non averli visti. Costruito con passione ma anche con precisione, il libro è un j'accuse contro il capo della spedizione italiana del 1954 al K2, Ardito Desio, ma anche contro le pilatesche ambiguità del Cai, prima che l'attuale presidente Roberto de Martin decidesse di riconoscere l'ingiustizia patita da Bonatti.
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