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Ottima l'analisi delle due giornaliste sulle dichiarazioni della Franzoni, suggestiva anche l'idea dell'arma del delitto, tuttavia ho trovato un po' forzate le tesi delle autrici a voler per forza trovare un nesso di colpevolezza laddove le contraddizioni erano più o meno evidenti. Con il senno di poi è sempre facile trovare nelle parole della mamma di Cogne indizi che confermano o smentiscono ciò che dice, mentre raramente si prende in considerazione lo stato emotivo della persona; ognuno di noi ha un suo modo di reagire al dolore e non eisite una regola fissa che valga per tutti. In ogni caso un buon libro che consiglio a chiunque vuole analizzare e scoprire di più su questa vicenda.
Ottimo resoconto. Dettagliato e scritto bene. Chi scrive lo fa in modo imparziale, senza schierarsi né tra i colpevolisti né tra gli innocentisti. Interessanti le intercettazioni, alcune delle quali personalmente ignoravo. Per quel che riguarda l'arma del delitto non sono in grado di stabilire se un mazzo di chiavi possa aver causato uno scempio di quel tipo; resta il fatto che anch'io credo all'ipotesi che sia stato il piccolo Davide ad aver commesso il delitto.
Ottimo riassunto del marasma venutosi a creare in quel di Cogne. preciso, ordinato e scrupoloso, questo libro mette in evidenza le crudi(nel senso che sono spogliate da soggetivismi giornalistici) dichiarazioni di AnnaMaria Franzoni e della sua famiglia, molto spesso contradditorie. Molto interessante e plausibile l'idea presentata dalle due giornaliste come arma del delitto..Da subito io sono stato dalla parte degli "innocentisti" e continuo a crederlo. Fin dall'inizio è stata tutta una corsa all'insabbiatura, dove non si sono trovate tracce, l'arma del delitto, movente e confessione, dove non è chiara neanche l'ora della morte. Ma a che pro mascherare e nascondere tutti questi elementi ed indizi per salvare una possibile assassina? Sarebbe solo un rischio inutile, nel caso il raptus si ripetesse. La verità è stata celata perchè a mio parere fu Davide, geloso, a togliere a vita al fratellino. Si sono voluti eliminare tutti gli essenziali punti per risolvere il caso, per proteggere un possibile fratellicidio.
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