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Faccia da turco. Un «Infiltrato speciale» nell'inferno degli immigrati - Günter Wallraff - copertina
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Faccia da turco. Un «Infiltrato speciale» nell'inferno degli immigrati
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Faccia da turco. Un «Infiltrato speciale» nell'inferno degli immigrati - Günter Wallraff - copertina
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2
1992
Tascabile
13 luglio 1992
256 p.
9788879370431

Valutazioni e recensioni

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giuliana
Recensioni: 5/5

un giornalista coraggioso evidentemente. ma soprattutto il racconto di una realtà che non si immagina. la grande germania che ci insegna a stare al mondo ! le stesse porcherie del peggior paese di corruzione , evasione fiscale compresa....e la tyssen, guarda un po'!e nonostante questa accoglienza di 30 anni fa, non mi pare che ci siano pochi turchi in germania. è da far leggere !!!

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tatiana
Recensioni: 4/5

Ho iniziato a leggerlo non molto convinta, poi però.. è un libro che apre gli occhi su una storia vecchia come il mondo che ci vogliono dare a bere sia sempre una novità, che nessuno sapeva/immaginava e invece tutti conoscono e da cui traggono profitto. Ecco là, come ha detto chi mi ha preceduto nella recensione, la tragedia annunciata della Thyssen, esempio di molte altre tragedia annunciate/nasconste.. vergogna per tutti. 'Simpatico' anche l'episodio sui preti... queste anime buone (?). E la sperimentazione dei farmaci? Complimenti davvero a questo giornalista che ha avuto un coraggio ed una forza incredibili.

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Andrea
Recensioni: 5/5

In occasione dell'ultimo libro di Walraff, ho ripreso la lettura questa sua indagine di quasi 30 anni fa. Walraff aveva capito tutto e toccato con mano, con decenni di anticipo rispetto alla giaculatoria odierna, la globalizzazione, lo sfruttamento degli immigrati, il fascismo sempre presente, padroni senza scrupoli. Le solite storie potremmo dire. Si era negli anni '80 (i meravigliosi anni della milano da bere) e anche la sinistra abbandonava la sua lettura del mondo, ma non perchè il mondo fosse cambiato (anzi) ma perchè era la sinistra che aveva capito che, come diceva Gaber, "i soldi non fanno schifo a nessuno". Fuori restava, nella potente Germania, una situazione che si sarebbe estesa a macchia d'olio: emigrazione di massa per avere carne da lavoro a buon mercato, dumping sociale, capolarato......la tragedia italiana della Thyssen è tutta già qui: nelle condizioni in cui ha SEMPRE fatto lavorare gli "untermeschen" di cui si è servita ora come durante il nazismo. E così ha trattato gli operai italiani. I fascismi sono finiti solo perchè il capitalismo ha trovato più comodo mandare gli operai a votare. Come aveva intuito Eichmann, la gente si fa ammazzare più tranquillamente se va di sua sponte al macello. Grande e triste Walraff e poveri noi, come direbbe Marcello Flores...

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Voce della critica


(recensione pubblicata per l'edizione del 1986)
recensione di Kammerer, P., L'Indice 1986, n. 7

Quando Günter Wallraff proponeva ai mass-media una inchiesta sui turchi illegali in Germania si sentiva rispondere che su questo tema ormai si sapeva tutto. Una informazione sulla povertà, la discriminazione ed il supersfruttamento dei lavoratori immigrati sarebbe inevitabilmente finita nella denuncia scontata e nel disinteresse generale. Wallraff ha scritto lo stesso il suo libro-inchiesta che è diventato il più grande successo nella storia del libro in Germania. In soli quattro mesi sono stati venduti 2 milioni di copie e si calcola che un tedesco su dieci abbia letto il libro. E questo benché l'autore non sia arrivato affatto a risultati diversi da quelli largamente conosciuti secondo i quali gli immigrati turchi sono appunto poveri e discriminati. Soltanto che lo scrittore Wallraff è riuscito a restituire alla conoscenza astratta e rachitica dei fenomeni una dimensione umana e di vita, un significato vero.
Il travestimento è uno degli strumenti essenziali di tutte le inchieste svolte da Wallraff, non solo permette la raccolta di informazioni altrimenti ottenibili con difficoltà, ma determina anche la forma concreta della loro verità. Wallraff finora aveva indossato molti panni, presentandosi o lavorando come dirigente ministeriale, ufficiale della Bundeswehr, corriere di una grande ditta, usciere, redattore del giornale "Bild". Per quest'inchiesta si è travestito da turco (baffi, parrucca nera, ma soprattutto "lenti a contatto che davano agli occhi quello sguardo scuro e penetrante che i tedeschi ritengono una caratteristica dei turchi"). Nessuno, n‚ fra i tedeschi, n‚ fra i lavoratori stranieri ha nutrito sospetti sul travestimento o sul linguaggio turco-tedesco parlato da Wallraff e questo riflette lo stato di disintegrazione sociale e di isolamento nel quale vive la maggior parte dei giovani turchi immigrati. Un annuncio ("straniero, robusto, cerca un lavoro qualsiasi a qualunque condizione") ha aperto le porte al mercato delle braccia, delle anime, della vita umana. Gran parte di questo mercato viene gestito da "agenzie che affittano forza lavoro" a tempo determinato a imprese che hanno un fabbisogno straordinario di manodopera. In teoria questa Leiharbeit è sottoposta a norme severe ed a un controllo che dovrebbe impedire ogni abuso a danno dei lavoratori. In molti casi invece si tratta di un "caporalato modernissimo" al quale ricorrono regolarmente anche le imprese più prestigiose dell'industria e dei servizi (dalla Thyssen alla Lufthansa), quasi sempre, del resto, con il consenso dei rispettivi consigli di fabbrica.
È impressionante la quantità di lavoro considerato "straordinario" perché particolarmente nocivo e fisicamente massacrante, richiesto dallo sviluppo dei servizi e delle industrie più moderne. L'esempio più innocente descritto da Wallraff riguarda il suo lavoro in un fast-food, nel famoso MacDonald, quello più terribile riguarda i lavori di pulizia in alcuni settori di una centrale nucleare. L'impiego straordinario e a tempo limitato di manodopera di "bassa qualità" riesce a risolvere problemi organici dello sviluppo tecnologico capitalistico non risolvibili con l'impiego ordinario e fisso di forza lavoro, che gode di notevoli diritti sindacali e di un certo potere contrattuale. Fa parte di questa logica il fatto che il turco Wallraff tra i tanti impieghi abbia trovato anche quello, abbastanza remunerato, di cavia umana per vari istituti di ricerca su nuovi prodotti farmaceutici. Fa parte dell'assetto morale della nostra società che n‚ le industrie farmaceutiche che pagano questi istituti, n‚ le imprese che si rivolgono alle agenzie che affittano lavoro, siano tenute a sapere quanto accade in base alle loro richieste. E del resto circola nella società un potente antidoto alla conoscenza dei fenomeni: il razzismo. A questa onnipresenza multiforme, Wallraff, il falso turco, non riesce mai a sottrarsi.
Qualche volta Wallraff ci fa ridere per non farci disperare. Il falso turco Alì vuole farsi battezzare. Il prete di una parrocchia di ceto medio, terrorizzato dall'idea di un turco che strumentalizzerebbe il battesimo per migliorare il proprio status sociale, inventa le barriere burocratiche e gli esami teologici più incredibili per fare desistere Alì dal suo proposito. Dopo le esperienze più varie con diversi altri parroci, Wallraff-Alì incontra infine il prete di un piccolo paese, disposto ad accettarlo nella sua parrocchia. Si tratta di un prete profugo da un paese dell'est, che fra i massimi sistemi ha perso la bussola, ma non l'amore per il prossimo.
Vista dal basso, con gli occhi del diverso, la società tedesca con questo libro scopre se stessa. Una scoperta non indolore, come dimostrano le numerose manifestazioni, prese di posizione e anche processi che si susseguono da quando è uscito il libro.

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Conosci l'autore

Günter Wallraff

(Burscheid, Colonia, 1942) giornalista tedesco. Si è imposto all’attenzione del pubblico con il suo giornalismo investigativo, che lo vede sociale. Ha esordito con Abbiamo bisogno di te (Wir brauchen dich, 1966, nt), un libro-denuncia sulla situazione degli operai nelle fabbriche tedesche. È peculiare del suo «stile» coinvolgersi in prima persona nella realtà che descrive; per indagare come si manipolano le informazioni si è fatto assumere dalla redazione di un giornale: frutto di questa esperienza è stato Il grande bugiardo (Der Aufmacher, 1977). Analogamente è nato Faccia da turco: un infiltrato speciale nell’inferno degli immigrati (Ganz unten, 1985), reportage best-seller sulle condizioni di vita degli operai turchi in Germania.

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