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ROMA PREDONA. IL COLONIALISMO ITALIANO IN AFRICA, 1870-1943 di RANDAZZO ANTONELLA
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ottimo libro ben documentato,che porta una mente libera a chiedersi a quante persone dovremmo chiedere perdono,dissento profondamente dalla precedende recensione se uno ruba perche'dovrei rubare pure io,quando si entra in casa altrui bisognerebbe avere almeno il buon gusto di bussare o forse e' troppooo
Un libro interessante, ben scritto e, sembrerebbe, anche abbastanza documentato. Purtroppo l'esposizione dei fatti è di parte, la posizione nettamente anticolonialista e antifascista dell'autrice le avranno fatto dimenticare alcuni dettagli di non poca importanza: la guerra italo-turca viene descritta come una sorta di pugnalata da parte italiana ad un'impero ormai prossimo al crollo, ma perchè non dire anche che l'invasione della Libia servì ad evitare un'accerchiamento da parte di Inghilterra e Francia, che già possedevano il resto del Nordafrica? Sarebbe anche più corretto ed esauriente per un lettore che non conosce bene l'argomento, dire che l'Italia commise crimini gravissimi nelle colonie ma che gli stessi erano all'ordine del giorno anche nelle colonie francesi, inglesi, portoghesi, belghe e olandesi. Dei tanto citati gas usati da Mussolini in Libia ed Etiopia, ne avevano fatto largo uso francesi e spagnoli durante la rivolta marocchina del 1923-27, e l'apartheid instaurata in Africa orientale non era diversa delle leggi razziste presenti negli USA (per fare un esempio)o nell'Indocina francese. Per non parlare poi dell'ipocrisia dei già citati imperi britannico e francese, che nel 1919 lasciarono l'Italia a bocca asciutta circa il bottino coloniale, e poi ne condannarono l'aggressione all'Etiopia (il bue che dice cornuto all'asino). Detto questo non mi aspettavo di certo che l'autrice esaltasse i meriti del colonialismo italiano, visto che di meriti ce ne furono pochissimi, ma almeno spendere un paio di righi in più per spiegare il contesto storico-politico nel quale tutto ciò avvenne.
Recensioni
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Questo libro ripercorre alcune delle pagine più sottaciute e mistificate della storiografia italiana: quelle relative al colonialismo in Africa. Pagine di violenze, saccheggi, razzismo e guerre, che accomunarono l'Italia liberale di fine Ottocento e l'Italia della dittatura fascista.
Dalle esplorazioni della seconda metà dell'Ottocento in Tunisia e Abissinia, al primo insediamento coloniale italiano nella baia eritrea di Assab (1880). Dalla politica coloniale del governo Crispi, al trattato di Uccialli (1889), alla disfatta di Adua (1896). Dalla Somalia italiana di fine Ottocento, alla guerra in Libia nei primi anni del Novecento. Dalla costruzione dell'Impero durante il Ventennio mussoliniano, alla guerra fascista all'Etiopia e in Libia con l'uso di gas venefici, alla sconfitta militare italiana sul finire della Seconda guerra mondiale.
In nome della "superiorità" europea, mezzo secolo di razzismo e soprusi, saccheggi e violenze, teorizzati e attuati in Africa dai governi di Roma. La prova provata che il detto «Italiani brava gente» è soltanto falsa retorica.
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