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NULLA di NUOVO sotto il SOLE. L' autore è un "grafomane", roditore di libri, che crede di essere originale accatastando autori del passato e ,facendo una bella miscela con la tipica "saccenteria" degli intellettuali francesi, proclama il NUOVO,l' ORIGINALISSIMO. FUTILE direbbe Heidegger.
Questo libro è una grossa delusione. Nelle prime pagine (ricordo il sottotitolo: Fisica della metafisica) si prospetta un argomentato trattato di filosofia, volto a smentire anche il deismo degli illuministi stessi. Giunti a pag 67, in cui l'autore s'è limitato a elencare (gli piace molto: un paragrafo su due è una lista) i difetti delle religioni occidentali, facendo solo accenni vaghi e piuttosto contraddittori a un "ateismo postcristiano", iniziamo a essere impazienti. Invano attenderemo la pars costruens: l'autore introduce la sua idea d'ateismo nelle ultime 2 (due!) pagine; il resto è una lista infinita dei difetti delle religioni abramitiche. Può anche essere interessante... ma cosa c'entra col tema del libro? E poi: elencare solo negatività non è argomentare: è asserire. Tutti conosciamo gli errori delle religioni, ma è un inganno stupido fingere che non abbiano mai fatto nulla di buono: così sembra di leggere della propaganda. L'autore si lamenta che l'"a-teo" è definito con un termine privativo: ma poi nega in modo martellante, senza affermare mai nulla! Imbarazzante. Nel contrapporre materia-spirito fraintendimento totale: confonde cristianesimo e gnosticismo. Pag 50: "la tesi «se Dio non esiste tutto è permesso» merita uno smontaggio in piena regola"; finalmente qualcosa di interessante; ahimè, a pag 198 stiamo ancora aspettando. Dire tout court Hitler cristiano, ignorando in toto ciò che dichiarava ai suoi confidenti, è assurdo. È un déjà vu di Chesterton (riassumo): "Sembrava che ogni bastone fosse buono per colpire il cristianesimo: violento, ma troppo docile; misogino, ma religione da donnicciuole; dogmatico, ma troppo vago; spersonalizzante, ma personalistico; inganno consolatorio, ma nemico d'ogni felicità". In chiusura l'autore rifiuta financo la laicità, cosa cristiana, in quanto "relativista", in favore (de facto) dell'ateismo di stato. È mostruoso: ma se avesse argomentato, avremmo almeno potuto farci un'opinione. Così sembra solo un fanatico.
INDICE: Prefazione, Introduzione, PARTE PRIMA: ATEOLOGIA 1) L'odissea degli spiriti forti 2) Ateismo e uscita dal nichilismo 3) Verso un'ateologia, PARTE SECONDA: MONOTEISMI 1) Tirannie e servitù degli oltremondi 2) Autodafè dell'intelligenza 3) Desiderare l'inverso del reale, PARTE TERZA: CRISTIANESIMO 1) La costruzione di Gesù 2) La contaminazione paolina 3) Lo Stato totalitario cristiano, PARTE QUARTA: TEOCRAZIA 1) Piccola teoria del prelievo 2) Al servizio della pulsione di morte 3) Per una laicità postcristiana, Bibliografia. «Un breviario sulfureo. Il saggio è fortemente provocatorio e immagino che per un cattolico possa suonare molto irriverente. D'altra parte, in un momento in cui il papa romano scrive che i diritti fondamentali vengono non da leggi faticosamente conquistate ma direttamente da Dio, può essere considerato una sorta di opposto estremismo. CORRADO AUGIAS (Il Venerdì di Repubblica)» - «Uno dei testi più rappresentativi della rinascita dell'ateismo illuministico. Una summa, scritta con lo stile vivace del libello, di tutte le principali tesi illuministiche sulla menzogna religiosa. GIANNI VATTIMO (L'Espresso)» - «L'inizio del terzo millennio sembra tormentato dal problema della scomparsa dell'ateismo e di un suo sodale, il laicismo. Se così non fosse, sarebbe difficile spiegare il polverone suscitato dal "trattato di ateologia". ARMANDO TORNO (Corriere Della Sera)».
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