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Importante scritto del 1762, rientrante quindi nella cosiddetta fase precritica. Questa edizione – l’unica in lingua italiana se si eccettua la traduzione fattane da C. Mangione nel ’65 per la “Rivista critica di storia della filosofia” – si compone di una breve ma puntuale introduzione di S. Marcucci e del testo di Kant, accompagnato da alcune note del curatore per migliorarne la comprensione. Marcucci passa in rassegna i vari e principali giudizi dati da alcuni grandi studiosi italiani (Mangione, F. Barone, M. Campo e L. Scaravelli) a proposito del significato di questo “lavoro di alcune ore”, come viene qualificato dallo stesso Kant, per poi sottolineare i quattro temi più importanti affrontati da Kant in questo scritto: 1) il rapporto tra concetto e giudizio, 2) la questione dell’intelligenza degli animali, 3) il rapporto tra intelletto e ragione e naturalmente 4) la critica alla sillogistica (e alla logica formale). I primi tre di queste tematiche sono presenti nel sesto e più importante paragrafo del testo, mentre la critica alla sillogistica leibniziana è il ‘filo conduttore’ di questo piccolo scritto. Critica alla sillogistica che ha il proprio punto di arrivo nel §5, in cui Kant parla esplicitamente di una falsa sottigliezza della divisione logica delle quattro figure sillogistiche, e in cui si possono incontrare anche delle espressioni abbastanza aspre non tanto contro la logica formale in quanto tale quanto contro l’“apparente sapere” e i “rottami” che secondo Kant si celano in essa. Deve inoltre sottolinearsi la grande importanza del modo in cui Kant istituisce qui il rapporto tra concetto e giudizio, in quanto lo si ritroverà nella “deduzione metafisica” della "Critica della ragione pura" (come già indicato da Scaravelli e su cui molto insiste Marcucci).
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