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Stupendo. Quando l'autore portò l'opera da Garzanti, che aveva pubblicato altri due suoi libri, si sentì dire: “Guardi, noi non glielo pubblichiamo, ma se lei ha fatto questa scelta e tende a seguire questo indirizzo, ci dispiace dirle che non intendiamo pubblicarle più neanche gli altri due”. L'opera mostra in modo documentato come lo stalinismo sia esattamente il compimento e non un tradimento del marxismo: del resto Marx stesso indicò nella violenza “la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una nuova società”. Da non perdere anche gli allegati "scritti sul comunismo". Si capisce che libri come questo diano fastidio a chi a suo tempo ha indicato Unione Sovietica e Cina come modelli di società e oggi vuole far scendere l'oblio sui crimini compiuti dai regimi comunisti.
L' originalità di quest' opera teatrale sta nella struttura , che ricalca quella della Tragedia Greca Classica ; con l' intervento , tra un' azione e l' altra , del " coro " , rappresentato ora dai familiari delle vittime del tiranno , ora dai suoi accusatori . Ciò rende ancora più " drammatica " la figura di Stalin , un uomo che Corti ci presenta come vittima e prigioniero di se stesso ; della sua pretesa di aver voluto costruire un sistema " infallibile " perchè " scientifico " , simile al Capaneo dantesco ostinato nella sua ribellione a Dio . Il castigo e la sconfitta più cocente di Stalin sta nell' abbandono dei suoi più stretti collaboratori , divenuti accusatori implacabili . Solo chi , come Corti , ha conosciuto di persona la realtà dell' Unione Sovietica poteva scrivere un libro così ragionato sul Comunismo .
Banalità e anticomunismo di maniera che ormai non stupisce piu'. Roba che neppure i libertari pubblicherebbero piu'. Comunque, auguri. Valutazione: sottozero. Poco buono, anzi pessimo
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