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Questo romanzo, sebbene non sia l'ultimo di Pagan, esce solo ora per l'editore che nel 2000 presentò ai lettori italiani il noir dello stesso autore Dead end blues. Scritto dal colto ex poliziotto di origini algerine, Alla salute del lupo cattivo ha una fisionomia netta e indipendente dalle altre opere. Innanzitutto per la trama, terreno seducente e surreale su cui prosperano dialoghi al limite dell'assurdo tra personaggi grotteschi. Nel denso intreccio, misteriose esplosioni dinamitarde sconvolgono Parigi, dando inizio a un vorticoso movimento di servizi segreti, dicasteri e, più in generale, loschi individui. In mezzo a questo bailamme si viene a trovare, e non casualmente, la strampalata famiglia di Jean Philippe Rameau, poliziotto di infimo ordine presso la Sicurezza interna, che gli commissiona la messa in scena di un attentato spettacolare, onde risollevare il proprio indice di gradimento. Con una Gitane sempre in bocca, Rameau è un donnaiolo senza rimorsi, anche se ufficialmente accasato con l'affascinante e altrettanto mutevole Leila. Attorno ai due personaggi trovano spazio, in una piccola casa, un nipote undicenne, il Piccolo chimico, con la passione per i giochi pericolosi, meglio se con finale deflagrante, il figlio Laurent, "fisioelettronico disoccupato" ma bello come l'attore Laurent Mallet, con la legittima moglie, ed Eloïse, una deliziosa neonata, "parcheggiata" in casa Rameau da una vicina di casa. A sconquassare il già precario equilibrio del nucleo famigliare, che precorre di due anni la fortunata famiglia Malaussène di Pennac, contribuisce un'improbabile rapina alla Banca nazionale del Poitou, che rimane una delle scene più spassose del romanzo. La vis comica di personaggi e situazioni si accorda con una scrittura incisiva e graffiante, trascinando il lettore in un'aperta denigrazione del potere e dei "lupi cattivi" suoi detentori.
Rossella Durando
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