Silenzi

Ho amato la protagonista bambina poi ho odiato la protagonista adolescente e poi cresciuta l'ho di nuovo amata. Questo non e'il romanzo sudamericano convenzionale e la "flaca" non e' la classica eroina combattente,combatte a suo modo si ma contro se stessa e contro gli stereotipi o contro chi si arroga il diritto di dirgli come vivere la sua vita. Ho trovato questo libro molto malinconico e intenso.Il lassismo della protagonista e' irritante ma controccorrente. Tutto ma questo libro non e' proprio banale,banale sarebbe stato raccontare della Cuba salsa e sigari,della Baia dei porci e del presidente Kennedy.Apprezzo questo approccio nuovo

Che dire: banale forse e'la parola piu' adatta a descrivere questo romanzo di formazione adolescenziale, come ce ne sono migliaia nella letteratura...Qui siamo a Cuba tra la fine degli anni 70 e meta' dei novanta, un periodo che passa dall'esaltazione de "la rivolucion de los barbudos" (capaci di tener testa all'imperialismo americano, grazie soprattutto agli aiuti dei paesi del blocco comunista) alla sua ingloriosa decadenza, agonia per altro non ancora terminata, dopo il crollo dei regimi dell'Europa dell'Est...Il dato politico xo' passa in secondo piano, se non negli accenni, sempre piu' frequenti vs la fine, alla fuga dei dissidenti. Ed alla fine rimane solo la storia un po' banalotta e gia' mille volte letta di questa tardo hippy in salsa caraibica...boh non mi ha convinto, ma magari e' colpa mia

“Ci sono vuoti che le parole non riempiono”…Flaca , la protagonista del romanzo Silenzi di Karla Suárez, ritiene il silenzio più importante di infinite parole. Sul suo cammino troverà degli amici molti diversi fra loro, ma che l’accompagneranno fino al momento del «giudizio», quando uno ad uno decideranno di lasciare quella città dalle mille sorprese: L’Avana. Un alcolizzato, uno spacciatore di droghe leggere, un aspirante poeta e uno scienziato, tutti con dei silenzi dietro le loro maschere…silenzi da comprendere, ma da rispettare perché “non c’è motivo di violare i silenzi altrui”…le loro storie si intrecciano per poi sciogliersi… Quattro, lo scienziato, grande ed affettuoso amico d’infanzia, significativo per la protagonista, aveva sempre rispettato i suoi silenzi… Il Poeta, ricco di cultura e di amore per le poesie, organizzava peňas a cui Flaca e Quattro non mancavano mai. Fra la protagonista e il nostro Poeta nasce quasi una storia d’amore, ma senza alcun esito… Improvvisamente la ragazza è attratta da Dio, un alcolizzato la cui vita si bruciava attimo dopo attimo nel suo trasandato appartamento, scenario di tante e lunghe giornate…ma nn era un semplice alcolizzato, era diverso dagli altri…lui era Dio! Ma il filo della sua vita sarà tagliato, provocando una rottura definitiva nell’anima di Flaca. Il Merca, lo spacciatore di droghe leggere, svolge il ruolo del ragazzaccio, mai apprezzato da Quattro, ma amato dalla protagonista, con cui ha una storia. Come sfondo troviamo la Casa Grande e una famiglia piena di dissidi, che cerca di convivere nel bene e nel male…ma alla fine Flaca, dopo una lunga serie di avvenimenti, ritroverà la sua vera ed unica amica nella sua gatta Frida, che continuerà a farle compagnia…per il semplice fatto che…”la qualità migliore che abbiamo in comune è il silenzio”. La scelta finale di Flaca lascia il lettore sospeso, forse pieno di dubbi e di interrogativi…ma è proprio questo l’obbiettivo principale dell’autrice, che durante il dipanamento della trama, descri