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La città laziale di Sutri assunse una certa floridezza nel corso del pieno medioevo grazie alla sua posizione strategica a ridosso della Cassia-Francigena – una delle principali arterie viarie d’Europa – e a una distanza da Roma tale da esserne abbastanza vicina per raggiungerla in breve tempo, ma pure sufficientemente lontana per poter controllare a debita distanza quanto in essa accadeva. Sfruttando e potenziando in vario modo questa condizione, la società e l’economia di Sutri vissero una lunga fase di crescita tra i secoli X e XIII. Uno sviluppo che ben si può “leggere” anche attraverso l’analisi delle modificazioni del tessuto urbano sutrino, che straripò oltre l’antica cinta muraria.
Già nel X secolo, per esempio, la società cittadina era in grado di organizzarsi militarmente ed era caratterizzata dall’esistenza di un ceto superiore molto ben connotato, e a poca distanza dall’abitato si andarono sviluppando poli insediativi civili e religiosi in contiguità con il percorso della Cassia-Francigena: si trattava delle prime “strutture ricettive” destinate a dare ai viaggiatori, a seconda della condizione, un essenziale ricovero o un confortevole alloggio.
In questo libro si è cercato di tracciare la curva dello sviluppo di Sutri nei secoli centrali del medioevo, arrivando a comprendere come dopo una fase di crescita protrattasi per un lungo periodo la tendenza cominciò ad invertirsi a causa di una pluralità di fattori: la crescita esponenziale di Viterbo, che determinò tanto una fortissima alterazione della mappa del potere nella Tuscia Romana a scapito di altri centri; l’espansione territoriale operata dal Comune di Roma, che in più di un’occasione riuscì a porre Sutri sotto il proprio diretto controllo; la politica della Chiesa di Roma, infine, rivolta sempre più decisamente ad un maggiore controllo dei centri urbani dello Stato.
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