L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il Partito a Bologna ma non solo. Triste e malincolico. Parla di se stesso. Come già indica il commento precedente, una buona lettura per chi vuole sapere, o ricordare, cosa era il Partito a Bologna. E, Bologna, nella costruzione politica italiana, è un tassello importante.
Questo povero, supponente, irritante cantore del comunismo padano, degustatore instancabile del sangue di avversari e nemici politici ... questo piccolo Lenin della Bassa, che ambirebbe essere un perpetuo "suggeritore del Principe" collocato sulle spalle di un gigante comunista dalle sembianze di un Balanzone divenuto "compagno" e peraltro storicamente quasi mai presente in terra padana dopo Dozza, con questo libello simil Neruda - Confieso que he vivido - parla naturalmente più di sé che della tardiva entropia comunista locale, peraltro presente in una confusa, masturbatoria, autoreferenziale carrellata, dove sono presenti quasi esclusivamente "loro" - i compagni comunisti - senza storicizzazione alcuna, ma tutto come in una pellicola della Mosfilm, quasi felliniano, in un disarmante, inconsapevole "Amarcord" anche del passato più prossimo. Anderlini assomiglia a Toby Dammit, episodio dentro a "Tre passi nel delirio" del grande Federico Fellini, dove un attore alcolizzato che giunge in Italia per girare un "western cattolico", secondo le intenzioni di un monsignorone (Salvo Randone), ma ossessionato da un richiamo inconscio, finirà per trovare la morte in una folle corsa per valicare un ponte interrotto a bordo della Ferrari avuta in dono, in una notte di nebbia simil-padana. Pollice verso ma da leggere, per capire comunismo e comunisti bolognesi, in un'eterna notte di licantropi dove a farne le spese è stato soprattutto il mondo laico e libertario del socialismo riformista, che fece la fine della conchiglia con il paguro.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore