L'impresa civile. Una via italiana all'economia di mercato

Ridurre la distanza tra le persone, nella responsabilità civile che ridisegna e personalizza la dimensione economica della vita. Storicamente l’ec. di mercato va studiata dal 2-300 seguendone l’evoluzione (Umanesimo 3-400: Genovesi/Vico, Napoli/Scozia) dal Medioevo alla modernità nella fioritura di movimenti carismatici, corporazioni di arti e mestieri, ecc. Invece nel 500 Riforma (e Controriforma) e scoperta Nuovo Mondo: vedasi D. Hume (contratti e convenzioni) e Smith (economico ha bisogno dei legami deboli) in un mercato come strumento di civiltà,non luogo di socialità genuina Nello 800 ec. politica di Smith; poi capitalismo cooperativo di Mill e Marshall; 900 ec.di mercato. Sistema dei prezzi è mediatore: bastano i desideri e bisogni reciproci in relazioni indifferenti tra soggetti resi omogenei nello scambio. Alla communitas pre-moderna e antica, fondata sul dono-obbligo e sulle ambivalenze, l’economia moderna smithiana contrappone l’immunitas Tesi dell’A.: l’età dell’oro della tradizione italiana, spesso implicita, non erano le comunità ideali di Owen o le fabbriche di Saint-Simon, ma le città medioevali, le corporazioni e i corpi intermedi della civiltà contadina.L'economia smithiana vuole separazione mercato-società e scambio di mercato basato sul self-interest e sulla immunitas (impresa è piccola societas).L’economia civile nega quella separazione: l’impresa è piccola communitas. La responsabilità sociale dell’impresa assomiglia sempre più a micro-mercato. L’umanesimo dell’economia civile ha principi fondanti nella reciprocità e cooperazione non anonime, personalizzando il mercato, comunitario e socializzato, anche accettando gestione di conflitti (sindacato) e convivendo ambivalenza di ogni forma comunitaria. Occorre gratuità con agàpe, diverse da altruismo o filantropia. Ad es, il dono non deve avere dimensione dell’obbligo. Serve l’orientamento intenzionale dell’azione (motivazione intrinseca) verso il bene: l’intrinseco diventa estrinseco!