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Un viaggio onirico nel passato.... E' la pura Arcadia della Destra immaginaria. Si legge con impeto intellettuale, gli autori hanno dato alla luce un bel libro, speriamo che non sia ripreso in maniera frustata dai neo-fascisti ideologi!
Un libro stratosferico. Da comprare subito. Da regalare a tutti. Peccato per il titolo e la copertina.
Fantastico, nel panorama letterario italiano sorgono due nuove stelle. Lanna e Rossi, due grandi penne!
Recensioni
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La nostalgia non è più quella di una volta: nell'arco di un sessantennio, infatti, il polimorfo e "immaginario" multiverso neofascista e postfascista non si è cristallizzato solo nella nostalgia "restauratrice", quale rimpianto della "primavera di bellezza", ma ha esperito sia l'inverno dello scontento, sia l'autunno del disincanto. Nel ripercorrere la vicenda transpolitica e transculturale del postfascismo, Lanna e Rossi intessono la trama di un feuilleton enciclopedico (tra il romanzo di formazione e la narrazione nazional-popolare), nel quale ogni voce (da "Adelphi" a "zero zero sette") è un frammento dell'autobiografia e dell'antropologia dei "fascisti immaginari". Al di là della retorica dell'"esilio in patria", il sistema semiologico dell'immaginario postfascista non è solo diacronico, ma si è proiettato oltre ogni possibile immaginazione del fascismo, entrando in sintonia con il ritmo delle epifanie dell'età dell'apparenza.
Il fascismo "immaginario" è perciò proliferato smisuratamente, reinventando i propri feticci ideologici (Che Guevara, il Signore degli Anelli, il tradizionalismo, l'esoterismo, il folclore comunitarista, la "via italiana" alla rivoluzione sessuale da D'Annunzio a "quel gran pezzo dell'Ubalda") e subendo molteplici trasfigurazioni. L'ermeneutica di queste trasfigurazioni pone in evidenza i due volti del "fascismo immaginario": da una parte le diverse e, a volte, contraddittorie fisionomie emerse da quella che Del Noce ha definito la "frantumazione" del "fascio" (il Msi, la destra radicale, la "nuova destra" metapolitica alla ricerca di nuove "sintesi trasgressive"); dall'altra la trasfigurazione scaturita dalle "suggestioni" della "primavera di intelligenze" (così Balestrini e Moroni hanno definito la cultura giovanile sessantottarda), quale "contaminazione" con i simboli e i miti dell'epoca dell'alternativismo omologante. Sul piano politico e metapolitico, l'esperienza del postfascismo si è caratterizzata come nostalgia "riflessiva", che tra struggimento (ideologico o ironico) e pensiero critico, ha a volte posticipato all'infinito il "rientro in patria".
Alla reiterazione dei miti del fascismo storico ("Mussolini", i "ragazzi di Salò", la "socializzazione") e del neofascismo (la "fiamma tricolore"), ha fatto da contrappunto il tentativo di operare una cesura con il "nostalgismo perenne", cercando (secondo Tarchi) altre ed eteroclite affinità elettive sia con la sinistra "malinconica" (che alla fine degli anni settanta ha scoperto la cultura della Krisis e ha "urbanizzato" Nietzsche, Schmitt e Jünger), sia con il cattolicesimo popolare (il "solidarismo" di Comunione e liberazione).
Sul piano dell'immaginario collettivo, invece, si è imposta soprattutto la "sintonia emotiva" con i riti musicali della società dello spettacolo: per esempio, il rock "decadente" di Patty Pravo (icona dell'inquietudine esistenziale dei "ragazzi tristi" di destra e di sinistra) e di Enrico Ruggeri (con la sua "contessa" libertina che non è "più la stessa" bigotta reazionaria e antiproletaria cantata nel '68 da Pietrangeli). Sul piano politico, insomma, la destra è in transito verso un "altrove", verso un "centro di gravità permanente", mentre su quello metapolitico le ideologie sono inservibili false rappresentazioni. "Ci vuole un'altra vita".
Il volume, scritto a quattro mani dai giornalisti Luciano Lanna e Filippo Rossi, indaga l'universo politico culturale delle destra italiana postbellica, le sue rappresentazioni e autorappresentazioni, i miti, le icone, le suggestioni, le invenzioni. Attraverso "l'immaginario" che nutre le molteplici forme del vivere sociale come il cinema, i fumetti e la musica pop, i personaggi dello spettacolo, gli slogan politici e tante altre, gli autori affrontano una ricostruzione nuova e meticolosa, raccontata in oltre cento voci: da "Adelphi" a "Zero Zero Sette", passando per "Battisti" e "Valle Giulia", "Berretti verdi" e "Via col vento", "Ragazzi di Salò" e "Paninari". Ne emerge un dizionario avvincente e provocatorio fra politica e costume nell'Italia degli ultimi cinquant' anni, con qualche mistero svelato...
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