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Si dice che mangiare bene sia un elisir di lunga vita: probabile. Certo è che la soddisfazione a tavola sia un’eccellente aspirina per l’umore. E al tempo stesso, invitante chiave di lettura dei valori più profondi del territorio. Realizzata con grande entusiasmo e smodata passione per il cibo, Osterie d’Italia 2016 è il compendio che non può (e non dovrebbe) mancare nella giacca, nella borsa o nel cruscotto del ricercatore di tesori enogastronomici.
Quasi mille pagine in formato tascabile, il “Sussidiario del mangiarbere all’italiana” edito da Slow Food è la bussola che aiuta ad orientarsi nella bolgia dei locali che si definiscono tipicamente “Osteria”. Oltre 1700 trattorie, ristoranti e aziende agrituristiche italiane, dove con determinazione e senso del godere si difende il cibo Buono, Pulito e Giusto, le tre colonne portanti che da trent’anni sorreggono la visione del mondo secondo l’associazione.
Più che una guida, sembra un’assicurazione sulla cucina regionale italiana più verace, quella nascosta in piccoli paesi o nei vicoli stretti delle città, con la garanzia di non rimanere delusi. Una cucina gustosa, fatta con materie prime locali, che racconta territori densi di tradizioni. Nei locali consigliati da Slow Food, dove si è accolti da atmosfere calde e familiari, si assaggiano cultura, biodiversità e paesaggio. A prezzo ragionevole.
Divisa come di consueto per regioni, delle quali si trova un’introduzione ai principali elementi enogastronomici che le contraddistinguono, è ricca di informazioni sui locali (descrizione del menù, indirizzo, numero di telefono, giorno di chiusura, prezzi medi e servizi). Inoltre, le menzioni speciali per quelle osterie che spiccano per selezione di vini o formaggi, e le immancabili “chiocciole” per quei luoghi che meglio incarnano i valori di Slow Food. Novità di quest’anno la “chiave”, che indica dove è anche possibile pernottare.
Recensione di Filippo Benedetti Valentini
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