Scarpe rosse, tacchi a spillo

Giallo avvincente, di vaga ascendenza gaddiana nel ritmo, nello stile (ma non nello sperimentalismo linguistico)e nell'intreccio. La coppia degli investigatori protagonisti è stata positivamente collaudata nei due romanzi precedenti, qui la troviamo invecchiata e alle prese con una sorprendente inversione dei ruoli precedentemente rivestiti nell'Ovra: il vecchio cavalier Carruezzo diventa il "giovane" di studio di un avvocato Serra alla perenne ricerca di un minimo di credibilità. Invecchiano i protagonisti e muta lo scenario, che è quello del dopoguerra italiano, con i suoi cambiamenti di costume, le sue inconfessabili nostalgie, il suo desiderio di benessere e, soprattutto, con i primi intrighi di un'Italia diventata democratica, ma non per questo più innocente. Finale, ovviamente, a sorpresa per un romanzo poliziesco piacevole, che sa divertire, invitando anche a riflettere sulla nostra storia. In una parola, da non perdere.