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Il lavoro, frutto di una tesi di laurea di cui conserva l'impianto scientifico, coniugato però a una scorrevolezza che lo rende accessibile anche a un pubblico di non specialisti, ricostruisce nelle sue più rilevanti articolazioni l'odio antiebraico negli Stati Uniti. Al centro vi è la scelta di una figura di grande valore simbolico come il celeberrimo industriale Henry Ford, accanto a cui, però, viene presentata una panoramica sull'antisemitismo che si spinge fino agli anni più recenti e che si sposta altresì dall'ambito dell'estrema destra xenofoba e ultraisolazionista a quello delle comunità nere islamiche.
Punto di partenza sono le trasformazioni della società americana tra fine Ottocento e primo Novecento. In quello scenario si colloca la grande ondata immigratoria di Ostjuden, ebrei dell'Europa orientale in fuga dai pogrom e dalla povertà, e la conseguente reazione "nativista", in difesa delle radici anglosassoni e protestanti degli Stati Uniti. La parte del volume dal taglio maggiormente analitico è comunque quella dedicata alla propaganda antisemita di Ford, dalla diffusione americana dei Protocolli dei Savi di Sion, opera apocrifa (fabbricata in Russia all'inizio del Novecento, con l'obiettivo di imputare agli ebrei la preparazione di un complotto per giungere al dominio del mondo) che ha rappresentato probabilmente il principale strumento letterario transnazionale dell'antisemitismo, alla pubblicazione nel 1920 di uno scritto dello stesso Ford, L'ebreo internazionale. In esso l'industriale contrapponeva al sano spirito laborioso americano i "loschi traffici" degli ebrei, descritti come un popolo senza radici e senza patria, interessato solo al profitto.
Ma l'antisemitismo in America non ha riguardato solo la destra nazionalista e xenofoba: nell'ultima parte del volume vengono prese in esame altresì le tesi dei neri musulmani nella seconda metà del Novecento, a partire da quelle di Malcom X contro gli ebrei "usurpatori" della Palestina. L'organizzazione Nation of Islam si espresse a più riprese in quei termini contro l'esistenza dello Stato di Israele. I Black Muslims e i Black Panthers degli anni sessanta utilizzavano classici slogan antisemiti come quello della "cospirazione ebraica mondiale". Le posizioni antisemite vennero riprese successivamente da Louis Farrakhan, capo della Nation of Islam, il quale fece ristampare i Protocolli, rivalutò la figura di Hitler, parlò del giudaismo come "religione di basso livello" e si spinse persino a invitare alle riunioni del suo gruppo esponenti del Ku Klux Klan.
L'arsenale concettuale dell'antisemitismo, dunque, non presenta variazioni sostanziali nelle sue diverse applicazioni, "di destra" così come "di sinistra". Alcuni, peraltro, hanno creduto di ravvisarne alcuni aspetti persino in un saggio accademico del 2006, La Israel Lobby e la politica estera americana (Mondadori, 2007), un attacco rivolto alle strategie filosioniste dei neoconservatori e dell'amministrazione Bush, lanciato da Stephen Walt e John Mearsheimer, docenti di due prestigiose università quali Harvard e Chicago. Significativamente, il giornale liberal israeliano "Haaretz" ha ribattezzato questo saggio come "i Protocolli di Harvard e Chicago".
Giovanni Borgognone
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