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Devo dire che i racconti che preferisco sono quelli forse più autobiografici e meno costruiti attorno a un tema preciso, ma questo è semplicemente un elemento personale, siamo tutti lettori e lettrici che prediligono un genere o forse sono i racconti che hanno toccato delle corde intime e mi hanno fatto risuonare altre corde, forse mie, forse altre letture che mi sono non solo piaciute ma che ho interiorizzato. Intercultura familiare. Cus Cus e carmel. Atmosfere mediorientali, donne arabe che incrociano la vita della protagonista, occidentale. Donne che si salvano la vita con gli occhi, una specie di magia che fa ipnotizzare i mariti E poi Il guardiano, intriso di quella suedade portoghese e ovviamente della lettura di Tabucchi i cui protagonisti sono uno psicoterapeuta e un guardiano di cimitero. Sono tutte creature condizionate dall’ambiente dove vivono, eppure capaci di coglierne i lati negativi, ridicoli o grotteschi. Nostalgia per un mondo diverso e disagio per il mondo così com’è, che però le piace comunque abbastanza per non desiderare davvero di trasferirsi dall’altra parte” dice il guardiano del cimitero e così noi, sentiamo nostalgia non per un mondo di un tempo, che comunque aveva tante magagne e problemi…. Ma per un mondo mitico, utopico, che non è mai esistito e quando combattiamo per cambiare questa nostra società, anche se forse è un utopia sperarlo. Gli uomini che compaiono nei racconti, certo non tutti, lo psicoterapeuta del Guardiano è un’eccezione piacevole, gli uomini dicevo sono colti nel loro essere aggressivi, gretti, svampiti, poco profondi, interessati all’immediatezza concreta del presente. .
Si compone di nove racconti la prima opera letteraria con cui Maria Letizia Grossi, fino ad ora nota al pubblico per le sue doti di saggista, letterata e valida insegnante di scrittura creativa, ci intrattiene con il garbo e la delicatezza a lei consueta. Cosa unisce questi racconti apparentemente così diversi ma in realtà tutti legati da un unico filo conduttore? Senz'altro il senso dell'ironia anche di fronte a situazioni tragiche, una ricca e ben strutturata fantasia, il surreale come parte della vita stessa, la difficoltà dei rapporti di coppia ma anche dei rapporti con gli altri con cui dobbiamo confrontarci quotidianamente (figli, parenti, colleghi, amici), il problema della solitudine come esperienza interiore che ci accompagna tutta la vita, il rapporto uomo – tecnologia e di come questa, ad un certo punto, tenda invitabilmente a ribellarsi contro il suo stesso creatore. Insomma un libro pieno di esperienze di vita da sorseggiare magari con una doppia lettura. Una fatta tutta d'un fiato per togliersi la curiosità di conoscere tutti i personaggi del libro. L'altra, da ripetere dopo un po', per riflettere sui dettagli, su ogni spunto che Maria Letizia ci fornisce per capire meglio il mondo che ci circonda e chissà, forse, per conoscere meglionoi stessi".
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