Nati dalle stelle. Viaggio nel cosmo alla scoperta delle nostre origini. Un racconto scientifico che appassiona e affascina come il più popolare dei romanzi

recensione di Regge, T., L'Indice 1998, n. 6

Chi ha detto che la divulgazione scientifica debba essere fatta solamente da scienziati professionisti? Piero Bianucci, laureato in filosofia e quindi con un grave handicap di partenza, è uscito da tempo allo scoperto con una serie di libri di ispirazione scientifica; inoltre, come tutti sanno, dirige l'inserto di "Tutto Scienze" sulla "Stampa".
Se dovessimo dar retta ai libri di testo dei licei potremmo trarre la conseguenza che la storia umana è cominciata al tempo dei sumeri o degli ittiti circa cinquemila anni or sono. Si tratta comunque dell'inizio di quella storia umana che è documentata da artefatti o da tradizioni orali giunte fino ai giorni nostri. Volendo possiamo risalire oltre analizzando i graffiti preistorici o le sepolture rituali, ma così facendo ci spingiamo indietro di centinaia di migliaia di anni e non è possibile ricostruire una cronistoria dettagliata simile a quella dei tempi nostri. Non esiste tuttavia un limite preciso che separi la preistoria dalla paleontologia per cui in realtà la storia umana si priva per gradi successivi degli avvenimenti particolari e diventa un capitolo particolare della storia naturale. Il grande significato dell'evoluzionismo darwiniano è stato appunto quello di fornire il quadro generale in cui avviene questa transizione. L'uomo appare come l'ultimo parto di un'evoluzione cominciata circa quattro miliardi e mezzo di anni or sono, un neonato particolarmente distruttivo che minaccia di distruggere la stessa natura che lo ha prodotto.
Bianucci si chiede - ma concede in partenza che non tutto il contenuto del libro è farina del suo sacco - se la storia umana comincia davvero solamente quattro miliardi e mezzo di anni or sono, quando i primi procarioti nuotavano nel brodo primordiale. Se per "storia" si intende una serie di avvenimenti legati tra loro da una catena causa-effetto allora occorre andare oltre e chiedersi da dove sia arrivato il Sole e come mai la nube di gas e di detriti che si è poi condensata nel sistema solare avesse la composizione chimica giusta per dare origine alla vita. Sotto questo aspetto il fatto fondamentale è la sintesi degli elementi chimici nel nòcciolo centrale delle stelle attraverso una lunga serie di reazioni termonucleari. In questa catena di avvenimenti anche eventi disastrosi come l'esplosione di una supernova hanno avuto un ruolo fondamentale nello scagliare nello spazio interstellare quantità massicce di elementi di sintesi che sono state poi utilizzate per la formazione di altre stelle tra cui il Sole. In questo senso la storia delle stelle e, perché no, la cosmologia anticipano quella dell'uomo.
Bianucci parte da questa constatazione per concedersi uno sguardo su tutto, e tutto con uno stile che è diametralmente opposto a quello della divulgazione scientifica fatta dai professionisti. Il discorso è addolcito da battute e aneddoti e trasuda l'impianto giornalistico dell'autore. Non ho controllato sistematicamente le affermazioni contenute nel libro, ma conoscendo molto bene l'autore so che si documenta con puntiglio prima di scrivere. La portata di una pubblicazione del genere si misura con un metro diverso da quello puramente accademico. Per sua natura la divulgazione scientifica deve partire dal mondo scientifico, ma la misura del suo successo risiede nel modo con cui essa viene ripresa e cooptata da coloro a cui è destinata. Sotto questo aspetto l'iniziativa di Bianucci va considerata come un avvenimento altamente positivo, alla pari, ad esempio, con le attività degli astronomi dilettanti. Il libro (27 capitoli e circa 240 pagine) contiene anche una ricca bibliografia molto utile per chi intende ampliare i propri orizzonti.