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Andrea Pannocchia, nella sua prima impresa editoriale, dal titolo Terrorismo e disturbi comunicativi edito nel 2007 da Ipermedium avvalendosi dell'apporto delle scienze sociologiche, storiche e politiche, indaga in maniera ampia e molto ben argomentata, il rapporto esistente tra terrorismo e comunicazione, attraverso un'analisi dettagliatissima ed originale della disputa intellettuale scaturita dopo il crollo delle Torri Gemelle, operando altresì una disamina di ciò che i mass - media hanno prodotto sia in Occidente sia negli ambienti vicini ai gruppi terroristici. La sovversione ha catturato la nostra attenzione all'indomani dell'11 settembre 2001. Le cronache quotidiane che provengono da varie parti del mondo ci costringono a considerare un fenomeno che ha invaso la nostra vita. Secondo Lacquer, sono sempre esistite differenti forme di terrorismo ma ciò che definisce la peculiarità di quello attuale è l'intreccio di una serie di fattori. Tutto questo a causa di nuove forme di odio verso l'Occidente, che consentono al terrorismo di proliferare in sistemi chiusi quali gli stati musulmani dove c'è scarsa circolazioni di libri e di idee. A tutto ciò è necessario aggiungere anche il nichilismo, quale malattia dell'anima. Nella prima parte del libro, si esamina la "galassia" del terrore cercando di capirne le dinamiche e le cause strutturali, inoltre viene riconfigurato il concetto di nemico; nella seconda sezione,viene spiegata la difficoltà di comprendere il senso e la pericolosità della minaccia terroristica: il ruolo della comunicazione e degli intellettuali. In tale ottica la comunicazione deve essere una costante sfida ai saperi pre-costituiti e ai pre-giudizi, il "già sentito"Infine,l'autore fornisce al lettore una possibile risposta etica,storica e politica per sconfiggere il terrorismo, sostenendo che è opportuno leggere, capire, dotarsi di nuove competenze,e coraggioper difendere quella che è la più importante acquisizione occidentale:la democrazia
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