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Perso l'amore (non resta che bere) - Marco Rossari - copertina
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Perso l'amore (non resta che bere)
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Perso l'amore (non resta che bere) - Marco Rossari - copertina
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Descrizione


Il romanzo è la storia di un ventiduenne che non è capace di lasciarsi alle spalle una relazione finita nell'indifferenza. Con tono patetico e insieme ironico il libro segue la parabola del suo malessere, tra la solitudine delle amicizie e dei rapporti occasionali, l'antipatia per il buon senso e, soprattutto, la consolazione dei bar, via via fino a una insospettata compromissione della salute, dovuta a un'enigmatica malattia cardiaca. Marco Rossari firma un romanzo ironico e drammatico insieme.
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Dettagli

2003
23 gennaio 2006
160 p.
9788887433340

Valutazioni e recensioni

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Patroclo
Recensioni: 3/5

storia allegra di diverse dipendenze, testimonianza di euforia nell'uso della scrittura, dichiarazione d'odio/amore per Milano e di solo odio per i milanesi, esercizio di virtuosismo nelle numerose descrizioni. e alla fin fine: niente di piú e niente di meno di un tragicomico, dolceepureamaro (vorrei evitare confusioni con la cantante) romanzo di formazione adolescenziale. peró superiore a quasi tutti i Morozzi etc...di questo pianeta (che Morozzi é pure lui bravo, ma non cosí bravo)

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Silvia Masiero
Recensioni: 5/5

Ventitre' anni, un amore in procinto di esaurirsi e una spiccata propensione per i toni policromi assunti dalle cose dopo dieci birre tall. In questi tratti si inscrive l'apologia di Marco, studente universitario (fuori corso, e di parecchio) in una Milano percorsa ogni sera dal Montmartre al Pogue Mahone, dall'ora dell'aperitivo a quella del bicchiere della staffa. Due compagni per condividere l'atarassia della sbronza, il ritrovamento nei litri di vino e kilkenny strong di un'armonia con la realta' tanto provvisoria quanto ardentemente desiderata. Accostamenti concettuali stipati in carrellate interminabili e pervasive. L'uso spregiudicato ed inedito del pie' di pagina, tra i toni nevrotici dell'excursus londinese e i tratti ossessivi del ricovero in ospedale. I viaggi ai confini dell'assurdo, riposti nei dialoghi (quanto immaginari?) con la Mrs Rached di "Qualcuno volo' sul nido del cuculo" e nelle digressioni visionarie oltre le mura spaziotemporali del presente. Quasi un esercizio di stile, se l'io narrante non ostentasse tanto apertamente il proprio distacco dall'uso estetizzante del verso. E' un dramma quello di Marco? La domanda e' mal posta. I toni dell'autocommiserazione, della ricerca di redenzione da un intento solo apparentemente autodistruttivo, sono ben lontani da queste righe. "Perso l'amore (non resta che bere)" e' un capolavoro del male di vivere in versione 2.0, l'ostentazione sboccata di una disarmonia con il mondo inscritta in un mondo, la Milano dei lounge bar e degli squisiti convenevoli, dal quale l'evasione emerge come unico appiglio ai fini della conservazione di un briciolo di umanita'.

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Niù orlìììns
Recensioni: 1/5

Ho a disposizione 2048 caratteri, ma sinceramente non mi sembra valga la pena di sprecarli come ama invece fare il nostro autore. Se c'é un qualcosa di autobiografico in ciò che scrive, spero che crescendo (o invecchiando) i suoi genitori gli paghino un soggiorno in una clinica della salute e in seguito gli comprino un' osteria dove possa seguitare ad ammorbare la sua clientela raccontando delle sue gesta erotiche di gioventù. Prosit

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Conosci l'autore

Marco Rossari

1973, Milano

Marco Rossari scrittore e traduttore, è nato a Milano nel 1973. Si è laureato con una tesi su Charles Bukowski. Ha lavorato in case editrici e in libreria e collabora con numerose riviste. Ha tradotto Alan Bennett e la biografia su Chet Baker, oltre a vari titoli di Charles Dickens, Mark Twain, Percival Everett, Dave Eggers, James M. Cain, Hunter S. Thompson. Ha pubblicato per Fernandel il romanzo Perso l’Amore (non resta che bere) e il libro di poesie L’amore in bocca (Fernandel, 2003 3 2007) e la raccolta di racconti Invano veritas (e/o, 2004). Fra i suoi ultimi libri: L’unico scrittore buono è quello morto (e/o 2012), Piccolo dizionario delle malattie letterarie (Italo Svevo, 2016), Le cento vite di Nemesio (e/o 2016), Bob Dylan....

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