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Sconsigliato come primo approccio a Lethem, o anche come secondo. L'autore qui è lontano dai livelli qualitativi raggiunti sia nei suoi romanzi che nelle sue raccolte di racconti, e in questo volume si limita a galleggiare sopra il filo dell'esercizio stilistico. Il racconto che da il titolo al libro ha dei richiami a P.K.Dick che lo rendono godibile, ma per il resto si rimane tra il mediocre e il noioso. Ben scritto, indubbiamente, ma consigliabile solo agli appassionati di Lethem per completismo.
Si rimane con l'amaro in bocca: dopo aver letto "Memorie di un artista della delusione", "Men and Cartoons" e "Amnesia Moon" mi aspettavo molto di più da questa raccolta di racconti, non fosse altro perchè era stata presentata come l'opera summa di J.Lethem. "L'inferno comincia nel giardino" raccoglie 7 racconti, molto diversi tra loro: si spazia dalla cronaca sportiva di "Vanilla Dunk" al genere noir, dalla fantascienza al non-sense di "Per sempre, disse il papero" (se può essere considerato un'etichetta): Lethem sì, sa scrivere di ogni cosa e lo sa fare anche abbastanza bene, e questo lo dimostra per l'ennesima volta, ma a volte il tutto si riduce a mero esercizio di stile: bastino come esempi "Cinque scopate", "Duri come la pietra" e "I dormiglioni"; quello che intendo dire è che non basta avere tanta fantasia e saper scrivere bene per creare qualcosa di buona qualità. Non fosse stato per "L'Uomo Felice", "Vanilla Dunk" e "Chiaro e il Sofferente", tutti e tre surreali ciascuno a suo modo ma intensi e veri, il giudizio sarebbe stato probabilmente più basso.
il racconto della festa. il racconto dei discorsi da festa. splendido.
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