Il valore magico della parola

A ognuno di noi è capitato di lavorare la terra, di guardarsi le mani di quel colore e vedere queste soffocate dalla brutale terra che soffoca l'epidermide. Ci è capitato di lavarci e distrattamente abbiamo rivisto le nostre mani che tornavano al loro antico roseo movimento. Forse un po’ di crema e la morbidezza perduta riaffiora tra le feritoie delle nostre mani. Ci sono pittori che tutto questo fango lo lasciano entrare fin dentro la luce della propria anima e in mezzo a quello tenebre informi cercano la perfezione della bellezza, che si mostra più volentieri nel disastro. Florenskij vede nel gesto del pittore una liturgia, che irradia il sensibile umano lasciando filtrare in ogni spazio tra le dita, negli occhi la sensazione che quella divinità un po’ ci appartiene. L'icona diventa uno strumento di speculazione metafisica, un esperienza di adesione allo spirito, e l'autore nel testo ottiene lo stesso effetto con la scrittura. Solo una parola per invitarvi a questa lettura: incarnazione