Vedrò Singapore?

Tratto da un romanzo di Piero Chiara, ne mantiene la corposità! E’ una lunga storia che sul molo un signore racconta ad un amico. E’ la sua storia fatta di incontri, di speranze e di delusioni, molto simile alla storia di molti, forse anche alla nostra storia. Nel contesto anteguerra ma all’inizio dell’ascesa del fascismo in Italia, un uomo qualunque racconta la sua vita all’interno della magistratura, iniziata sul gradino più basso della scala gerarchica e come il caso e/o le coincidenze della vita lo segnano e lo perseguitano. Ma la storia è ancora lunga ed un volume solo non basta, almeno spero, perché se la storia dovesse finire qui, sarebbe come aver letto un libro che alla fine ti lascia sul più bello, senza sapere come andrà a finire... Il voto alto è in virtù dello sforzo di traduzione del romanzo anche se, secondo me, risulta in alcuni punti un po’ pesante ma è anche vero che sarebbe prematuro esprimere un giudizio su un’opera incompleta: magari nel prossimo volume si capisce il perché di alcuni accenni a personaggi che ora non hanno tanto significato; e per il disegno: una bella sfumatura di grigio, molto diversa dal classico bianco e nero ma non per questo priva di un suo fascino. Di sicuro c’è tanto da leggere.