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Cani selvaggi - Helen Humphreys - copertina
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Cani selvaggi - Helen Humphreys - copertina
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Descrizione


In una piccola città della provincia canadese, la chiusura di un mobilificio vero centro economico dell'area - genera inquietudine. Le vittime di un clima a tratti pesante sono soprattutto le donne, i bambini e i cani. Proprio sei cani, senza apparenti avvisaglie, fuggono o sono spinti a fuggire dalle case dove sono cresciuti e dove sono stati nutriti, scegliendo di vivere nel bosco, di essere selvaggi, liberi. I loro padroni - Alice, Jamie, Lily, Walter, Malcolm e una misteriosa biologa - ogni sera si ritrovano in un campo ai margini del bosco e chiamano i loro cani nella speranza che tornino a casa. Fra i sei padroni si stabilisce un legame molto stretto, che sovrappone all'attesa del ritorno dei cani, speranze di amore, di amicizia e di risoluzione delle proprie solitudini, mentre, sullo sfondo, si prepara la resa dei conti, la dolorosa soluzione alla incomprensibile e "intollerabile" storia dei cani che hanno scelto di diventare selvaggi.
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Dettagli

2007
1 gennaio 2007
167 p., Brossura
9788889113240

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5
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gianni
Recensioni: 5/5

Uno dei libri più belli che abbia mai letto

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Martina
Recensioni: 5/5

E' un racconto sull'amore ma non d'amore, è un racconto crudo ma non crudele. E' un libro che parla di fede e disincanto, di vita e morte, di etica e opportunismo. Di cosa voglia dire essere e sentirsi selvaggi. Un libro senz'altro da comprare. Da leggere e rileggere. Anche in lingua originale. O da regalare agli amici. Un'autrice da seguire.

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Loris
Recensioni: 5/5

Non sorprende scoprire nelle note biografiche che la Humphreys ha pubblicato raccolte di poesie. Anche questo romanzo è a suo modo 'lirico', attento alle sfumature dei sentimenti e sorretto da una scrittura elegante ed evocativa. Si parla di amore, in tutte le sue declinazioni, soprattutto di quel lato selvaggio che ambiguamente porta ad offrirsi totalmente all'amato e al contempo instilla il dubbio della perdita della propria libertà. Il finale non è conciliante, ma la lettura è intensa e coinvolgente.

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Recensioni

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Voce della critica

Nata a Londra, ma canadese d'adozione, Helen Humphreys è una scrittrice e poetessa che ha vinto moltissimi premi e ha ottenuto grandi riconoscimenti. In Italia arriva solo con il suo quarto romanzo, questo Wild Dogs che la casa editrice Playground ha saputo individuare e tradurre con una davvero ottima resa in italiano. Si tratta di un romanzo perfetto, nel suo congegno e nella sua idea di partenza. Ci sono sei cani sullo sfondo di un piccola città di provincia canadese depressa dalla mancanza di lavoro che, d'improvviso, all'unisono, scompaiono. I loro rispettivi padroni, diversi per età, provenienza sociale, livello culturale, genere, si trovano costretti a frequentarsi, e a darsi un appuntamento, sul far della sera, al limite del bosco, per cercare di rintracciare la muta e salvarla dai cacciatori che vogliono sterminarla. Forzatamente, dunque, s'intrecciano relazioni, odi dissimulati e profonda comunione tra queste persone accomunate tutte da un fatto luttuoso (da una perdita in senso analitico) cui è seguita una prolungata solitudine.
Il romanzo è costruito attraverso le testimonianze dirette dei padroni dei cani: ognuno di loro racconta i fatti, arricchendo e complicando la storia, aggiungendole nuove direzioni, inedite possibilità di lettura. La relazione principale – questo elemento, solo in parte, spiega l'uscita del romanzo presso Playground, che si è specializzata in tematiche omosessuali – si svolge tra Alice, benzinaia notturna, uscita da diversi amori mal digeriti, e una giovane, misteriosa biologa, chiamata la "donna dei lupi". Tra le due nasce un amore forte, crudele perché incapace di fare i conti con la mediazione, assoluto al punto che sarà inevitabile la separazione. Le pagine che raccontano l'amore (il riconoscimento dell'altro, l'unicità dei suoi gesti, il fondo naturale che regola l'attrazione tra due esseri umani) sono sorprendentemente alte: più alte ancora quelle che descrivono lo struggimento che accompagna Alice dopo l'abbandono, "per secoli dopo che te ne sei andata ho cercato i segni di un tuo ritorno. Un picchio crestato che in codice batte la sua fame contro il tronco di un albero morto. Due falchi che volteggiano lenti nel cielo. Una volpe che corre attraverso un campo. Queste apparizioni inaspettate del mondo naturale sembravano alimentare una speranza. La percezione di un movimento conosciuto nella foresta o in cielo portava con sé una piccola ondata di ottimismo".
Il romanzo è come infiltrato da presenze, a tratti ostili a tratti amiche, naturali. Naturali nel senso che, i cani, in primo luogo, ma pure il diradarsi dell'erba, la punta di una roccia, il pelo di un gatto, sono altrettanti personaggi che concorrono a creare un'atmosfera incantata e sospesa, prima che la finale tragedia si consumi. Il finale vede infatti i due mondi riunirsi in un simbolico omicidio in cui ciò che va sacrificato è l'istinto. Istinto che sembra aver abbandonato esseri umani e bestie, per sempre. La scrittura ha una capacità evocativa assimilabile alla poesia di Edna St. Vincent Millay, con quello sfacciato mettere davanti a tutto la propria identità, piuttosto che alla narrativa delle sue conterranee più famose nel nostre paese, Alice Munro e Mavis Gallant. Camilla Valletti  

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Conosci l'autore

Helen Humphreys

1951, Kingston upon Thames

Helen Humphreys (1961) è una narratrice e poetessa canadese. Nel 2002 Il giardino perduto è stato selezionato dal Canadian Broadcasting Corporation (CBC) e dal Canada Reads Selection, e nel 2008 il romanzo Coventry (2008, uscito in Italia nel 2010) è stato per diverse settimane ai vertici delle classifiche canadesi. In Italia Playground ha pubblicato Cani selvaggi e Il canto del crepuscolo nel 2015, Notturno nel 2013, La verità, soltanto la verità nel 2011.Nel 2000 vince il Rogers Writers’ Trust Fiction e nel 2009 l’Harbourfront Festival Prize per l’insieme dell’opera.

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