Quella strage fascista

Le stagioni degli anni di piombo e dello stragismo sembrano avere raggiunto delle certezze e delle verità assolute ed incontestabili. Se da una parte la lotta armata fu condotta principalmente dalle BR, lo stragismo è sempre stato attribuito al neofascismo, anche se tutte le principali stragi restano senza colpevoli certi. Esiste un teorema giudiziario e mediatico per cui le stragi sono e devono essere nere. Il libro qui recensito rappresenta un caso editoriale unico, in quanto l'autore è Gabriele Adinolfi, neofascista, noto scrittore negli ambienti della destra radicale. L'Autore, noto per aver scritto saggi sul mondialismo e animatore di riviste e del Centro Studi Polaris, laboratorio di formazione e di analisi socio-politica, propone in questo volume sotto forma di romanzo storico la sua visione dello stragismo, analizzando in particolare la strage di Brescia del 1974. Secondo Adinolfi la strage e il fenomeno stragista non furono ideate e realizzate dal neofascismo, ma da un' alleanza di forze rosse, PCI e ultrasinistra, in combutta con Israele, USA e URSS. Gli anni '70 videro un rafforzarsi elettoralmente delle sinistre in Italia, per cui i comunisti entrarono nell'area di governo della DC, e per consolidare il loro elettorato ed acquisire maggior potere all'interno delle Istituzioni, occorreva che le stragi, fossero attribuite ai fascisti; Adinolfi con ciò non vuole affermare che i fascisti siano buoni o privi di responsabilità, ma nega un preciso disegno eversivo da parte loro, volto ad attuare una svolta autoritaria in Italia; del resto ad ogni strage il PCI aumentava consensi, mentre il MSI li diminuiva. "Quella strage fascista", è un romanzo storico, ma non una storia romanzata, in quanto la logica di fondo è ben spiegata: viene utilizzata la forma di romanzo, che risulta essere appassionante anche per i risvolti ideologici ed umani che in esso si trovano. Un libro consigliato per chi non si accontenta della storia per decreto, del "così è se vi pare".