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La «Grande paura» rossa. L'Italia delle spie bolsceviche (1917-1922) - Valentine Lomellini - copertina
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Descrizione


Fin dalle sue origini, il comunismo maturò l'ambizione di scatenare una rivoluzione su scala europea. Così, già sul finire degli anni Dieci, il Comintern promosse l'azione di agenti in alcuni Paesi europei nel tentativo di generare un moto rivoluzionario. Dopo la Germania, l'Inghilterra e la Francia, anche l'Italia, che ospitava una nutrita colonia di esuli russi sin dalla fine dell'Ottocento, divenne il terreno nel quale spie russe e ungheresi, e agitatori italiani, nel periodo tumultuoso del biennio rosso, attuarono un'opera di propaganda e di infiltrazione che mise in uno stato di massima allerta le autorità italiane. Questo studio - basato su fonti in larga parte inedite del Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri, del Ministero degli Affari Esteri, dell'Archivio Centrale di Stato, nonché di alcuni Archivi di Stato locali - ricostruisce il pericolo bolscevico nella visione delle autorità italiane, svelandone i tratti fondamentali in politica interna, nella genesi di un anticomunismo radicale, e a tratti irrazionale, e in politica internazionale, nell'analisi del ruolo delle missioni militari per la prevenzione dell'ingresso di agenti ostili nel territorio europeo, e dei tentativi di coordinamento tra le potenze dell'Intesa nel fronteggiare la minaccia bolscevica. La storia di una ossessione rossa, di cui le autorità italiane furono - al contempo - vittime e artefici.
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14 aprile 2016
310 p., Brossura
9788891725868
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Abbreviazioni
Georges-Henri Soutou, Prefazione
Introduzione – Il nesso tra nazionale e internazionale nell’Italia delle spie bolsceviche
Dalla Rivoluzione russa alla pace di Versailles. L’Italia come obiettivo della sovversione bolscevica
(Dopo Caporetto, la rivoluzione? L’allerta delle autorità italiane all’indomani dei fatti del novembre 1917; «Babbo ammalato. Mi metto in congedo per 24 ore». L’ultimo anno di guerra: tra propaganda disfattista e annunci rivoluzionari; E pace sia… purché proletaria. Propaganda nella società e nell’Esercito in vista della Conferenza di Versailles)
La pandemia bolscevica. Concreti timori di un’insurrezione
(La primavera del 1919: il timore del contagio, la necessità di una credibilità internazionale; L’estate 1919 (I). Nitti, lo sciopero generale e storie di pericolosi bolscevichi; L’estate del 1919 (II). Guardie rosse e «mene rivoluzionarie» nella società e nell’Esercito. L’Italia sull’orlo del baratro?)
Il “biennio rosso” in Italia, la Repubblica dei Consigli in Ungheria. Imprevisti di una special relationship
(Un’Italia filobolscevica o un’Italia bolscevizzata? Scandali internazionali e la questione del prestigio di Roma; Una «situazione rivoluzionaria latente»: le radici dell’immagine dell’Italia in bilico; Una nuova patria per Béla Kun? Evoluzioni nel réseau internazionale della sovversione)
Roma come garante e obiettivo della bolscevizzazione: aspetti interni ed internazionali di una epidemia globale
(«Salvare il Paese della peste più schifosa». L’insofferenza italiana per le infiltrazioni rivoluzionarie; Strategie contro il bolscevismo. Tra tentativi di collaborazione internazionale e modus operandi italiano: “Conosci il nemico per sconfiggerlo”; La strumentalizzazione interna del pericolo bolscevico: prove d’istituzione di un regime)
L’Italia come guardiano della vecchia Europa
(Il tramonto delle infiltrazioni rivoluzionarie; Un fronte comune antibolscevico: tentativi di intesa nell’Intesa?; La Missione Caprini a Costantinopoli ed il Servizio di controllo sui cittadini russi)
Conclusioni – La “grande paura rossa”. Da irrazionale panico da rivoluzione a razionale strumento di condizionamento politico
Appendice documentaria
Fonti e bibliografia
Indice dei nomi.

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