Neverhome

Al di là della vicenda e dell'intreccio, su cui nulla ho da eccepire, la vera scoperta di questa lettura è stata quella delle donne soldato nella Guerra civile americana. Donne che nascondevano la loro vera identità (l'arruolamento era vietato alle donne, sia nell'esercito dell'Unione che in quello confederato), cambiavano nome, si fasciavano il seno e andavano a combattere con l'uniforme maschile. Anche se è molto difficile – data la clandestinità – avere stime certe, pare che tra 400 e 750 donne abbiano combattuto a fianco dei loro compagni maschi, per lo più animate dalle stesse motivazioni: condividere e proteggere la sorte dei loro cari, un salario assicurato e, tutti aspetti che emergono dalla narrazione, sentimento patriottico. Molte meno di quanto si possa pensare le possibilità di essere scoperte: soprattutto nell'Unione, la maggior parte dei combattenti erano "cittadini soldato" senza alcun addestramento militare precedente, cosa per cui uomini e donne impararono le tecniche di guerra allo stesso ritmo. La pruderie vittoriana induceva poi la maggior parte dei soldati a dormire vestiti, a lavarsi separatamente e a evitare le latrine pubbliche, e l'assenza di barba poteva essere un comune segno di giovinezza. Formidabile, nel romanzo, l'immagine delle serre costruite con le lastre fotografiche che ritraevano i soldati o i loro familiari prima della partenza: una galleria di ritratti destinata a svanire al sole, labili come le vite umane travolte dalla tragedia degli eventi bellici.