Il destino dei rom e dei gagé

Bellissima favola adatta a giovani e meno. Lotta al pregiudizio, ricerca della matrice vera dei Rom. Scritta con eleganza e raffinatezza. Da leggere davvero con gusto.

Questo libro mi è piaciuto molto. Intanto perché mi ha aperto alla conoscenza di un argomento per me non noto, quello dei Rom e mi ha insegnato anche cosa sono i Gagè. Poi perché mi sono appassionato al mondo dei Rom, alla loro vita che non è, come la nostra, un insieme di famiglie che vivono ognuna per conto suo, ma una società quasi tribale (nel senso buono), dove tutti sono per ognuno e ognuno è per tutti. Mi piace come si vestono, i colori, le favole in cui credono. Mi piacciono le "fate del destino" che determinano, nella loro credenza, le vite di ciascuno. E mi viene voglia di approfondire l'argomento, per saperne di più. Infine, ammiro lo stile di Dario Malini, ricco di belle frasi eleganti e pieno di fantasia e immaginazione. A proposito di quest'ultimo, se uno studente può dare un consiglio a uno scrittore, io darei questo: aggiungerei alla favola qualche avventura in più, per renderla più dinamica perché, almeno dal mio punto di vista, le avventure sono attraenti e colpiscono la fantasia dei giovani lettori come me. Questo proprio perché lo stile è molto curato e molto ricercato e quindi porta alla riflessione, che è molto importante, ma magari sarebbe bello fantasticare ancora di più. Dimenticavo di dire che è stato molto bello vedere l'intrecciarsi delle vite di rom e gagè, attraverso l'amicizia delle ragazzine.

Consiglio vivamente la lettura di questa favola "zingara" ad adulti e ragazzi. La raffinatezza della penna di Dario Malini si coniuga alla capacità di guidarci oltre il pregiudizio, oltre i luoghi comuni e soprattutto oltre una visione cieca e limitante degli eventi e delle cose del mondo. Per i ragazzi questa lettura sarà di certo un viaggio meraviglioso, e alla fine si troveranno più ricchi, più colti e più capaci di abbracciare orizzonti senza confini. Per gli adulti sarà un modo di riflettere e di mettere in discussione certezze troppo granitiche.