Absolute

Sotto le mentite spoglie di Marco Cicala, Marco Aragno, accompagnato da una verve narrativa inarrestabile, svela in "Absolute" (2015, con-fine edizioni) una realtà che ha attraversato tutti ma mai nessuno ha avuto il coraggio di mettere su carta: la vacuità della tarda adolescenza ed il quanto mai superficiale mondo della movida notturna, costituita anch'essa - incredibile ma vero - dai suoi schemi, regole, leggi impossibili da scalfire. Ed al protagonista di "Absolute", inevitabilmente, ci si affeziona poiché alla progressione della tensione narrativa la sua personalità cresce e noi insieme a lui. Parte da Mykonos, si assesta sui locali della provincia napoletana fino a concludere il suo percorso nel vicoli del centro storico partenopeo. Ed è proprio qui che la Metamorfosi - tutt'altro che kafkiana - del nostro Antieroe si formalizza. Divenuto ormai 25enne, si trova a fronteggiare nel giro di poche ore due opposte realtà che fino a questo momento aveva tralasciato nel dimenticatoio: l'innamoramento, quello delle farfalle nello stomaco, e l'ineluttabilitá del futuro, che quando bussa alle tue porte non accetta risposte come "aspè, dammi il tempo di pensare". La lezione di Marco Cicala (e quella di Marco Aragno) non ammette repliche: gli anni persi all'inseguimento del vacuo non saranno mai restituiti. E anche se a Mykonos da vero lupo ne hai scopate a bizzeffe, quando incontri quella giusta che ti tiene per le palle ti trasformi in un tenero agnellino, piegato al suo aleatorio (e quanto mai femminile!) volere.

Absolute è un romanzo che parla di questa gioventù, quella che per me rappresenta i nostri figli, e con la quale la mia generazione e quelle vicine hanno il terrore di non poter trovare alcuna empatia. Peggio ancora, di non poter tramandare niente di quelli che sono stati i nostri valori. Marco Aragno è riuscito invece a portarmi dentro le maglie del suo racconto e farmene partecipe, grazie a dialoghi ben strutturati e incalzanti, a una scrittura che mescola l'uso di un italiano veramente bello a regionalismi e linguaggio giovanile e gergale. Il vuoto di contenuto e di sentimento che conduce i ragazzi di un hinterland campano - rinchiuso tra potere, denaro e malavita come in un triangolo maledetto - a cercare di omologarsi a una campionatura umana di cui percepiscono la pericolosità e la mancanza di valore, appare schiacciante. Difficile sfuggire al canto di una sirena che nient'altro offre se non la possibilità di essere UGUALE. Uguale a qualcosa di deteriore, per non essere, non importa come, diverso, là dove la diversità è una cicatrice che sfigura. A far da eco al falso riscatto dalla diversità tuttavia, è solo la morte. Il burattino manovrato dalla società del denaro e del vizio passa in pochi attimi dall'effige del vincente alla tragicità del cadavere, dove la vita è fuggita via per un niente dalle mani. Mentre proprio la famiglia e la rete societaria che girano intorno al protagonista fungono da pungolo alla sua straniazione da se stesso, il Marco eroe sfigato del libro cercherà la forza di ripercorrere a ritroso la propria storia fino al ritrovamento di un sè che aveva rinnegato. Ma esiste sempre costui? Invito molti giovani a ricercarsi in questo quadro espressionista dipinto da Marco Aragno.