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Ciò che stupisce in questi racconti è l'energia esplosiva di questo autore, un'energia creativa che a volte lo porta a degli eccessi e che è mia convinzione che, qualora fosse ben controllata, porterebbe a dei risultati senz'altro più rilevanti. Una costante dell'intera raccolta è una visione pessimistica dell'umanità, vista quasi come una disumanità. Nonostante questo, ci sono racconti che non possono non destare interesse ed apparire appaganti, dopo l'inevitabile primo impatto con la scrittura di un autore che s'impone al lettore, quasi travolgendolo. Il primo della raccolta, per esempio, Amen, oltre a essere caratterizzato da uno stile che per alcuni aspetti e a tratti si ispira a quello di Saramago, è un monologo che, pur essendo un urlo di dolore, assume le caratteristiche di una ineluttabile constatazione sul significato dell'esistenza, raggiungendo un vertice di misticismo non certo di maniera. Bocca di rosa, invece, è una prosa breve che forse avrebbe meritato una più ampia elaborazione, ma che è intrisa di una violenza sconvolgente, quasi una rappresentazione della disumanità dell'attuale umanità. La stessa forza incontrollabile si riscontra pure in Istantanea, mentre invece in Vincent il vecchio c'è un maggior controllo dell'energia creativa che sfocia in un racconto in cui la penna più che incidere pare sfiorare il foglio; ne risulta così una narrazione più fruibile, più portata a soffermarsi sul significato delle parole e cercare di comprendere quel gioco di "detto e non detto" che solitamente impreziosisce un lavoro letterario. Per concludere, pur rimarcando ancora una volta il marcato pessimismo che permea l'intero libro e quella forza che si sprigiona a volte incontrollata, mi sento di dire che Angeli caduti, per essere quasi un'opera prima (nel lontano 1994 Iannozzi ha pubblicato un romanzo), non è male e che quindi ci troviamo di fronte a un esordio sostanzialmente positivo, tale da rendere consigliabile la lettura.
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