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"Bianco" è un libro interiore, nasce da dentro e viene letto, da dentro. E' un inno alla professione più difficile del mondo e a quella più nobile, oltre che bistrattata, ossia a quella dell'insegnante. E' una poesia dolorante, offerta in voto alla giovinezza, alla voglia di crescere sulla strada della vita. Ma è anche un libro di sofferenza, quella di coloro che vorrebbero adempiere al loro dovere nel disinteresse di un gesto, ma sono bloccati dalle umiliazioni di un lavoro spezzato; la sofferenza di coloro che crescono come vasi riempiti e che rimangono edotti nella mente e poveri nello spirito. Poi c'è il bianco: il bianco di ciò che aspetta di essere creato, come il foglio senza parole. Bianco, come la mente che impara, bianco come il nostro flusso di pensieri, che non si arresta da una pagina all'altra e arriva alla fine in un'implosione di emozione pura, quella di colui che ha letto, in questo bianco, un po' della sua vita. Un libro denso, pieno, in cui gli esercizi della parola, i ricordi, l'angoscia vengono raccontati in un monologo molto efficace che ci fa tornare sui banchi di scuola, ci costringe a ritornare studenti, ci inchioda alle nostre responsabilità da adulti. Sullo sfondo la storia dell'insegnante che viene sfigurato dall'acido - un uomo offeso nel corpo e pieno di poesia per la vita - e quella di un ragazzo dall'intelletto pronto, ma dallo spirito devastato dall'aridità. Al lettore rimangono tante cose,tra tutte la certezza che l'uomo fa l'istituzione, la sua profondità, il suo valore, la sua forza nell'andare avanti nonostante lo sfascio generale. Poi un amore infinito per ciò che si fa, nella fortissima volontà di farlo comunque vada. Ancora, la determinazione di un insegnante "vero" che non guarda agli studenti per cosa sanno ma si
Un romando che offre molti spunti di riflessione. E molti interrogativi. Tra i tanti, perché un insegnante scrive di se stesso sfregiato dall'acido? Che sia, forse, un modo per dar vita a una scena, un contesto, in cui ambientare simultaneamente più drammi? In principio, ma sullo sfondo, l'atto stesso, con le conseguenti difficoltà fisiche e famigliari. Appaiono quindi un asettico ambiente sanitario, un avvilente supporto psicologico e degli anonimi carabinieri, tutto troppo neutro per suggerire umanità. Poi la scuola, con studenti, professori, personale ed ancora studenti, sempre presente, diviene una raison d'être. Famiglia ed esperienze personali vanno a completare quello che assomiglia sempre più al ritratto di un essere umano, con tutti i suoi dilemmi. Libri e citazioni, infine, arricchiscono il tutto (arricchiscono, cioè, la persona?).
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