L' esercito di cenere

Anche questa volta SUR ha fatto centro. J.P. Feinmann, filosofo prestato alla letteratura, è uno scrittore di assoluto rilievo. Il romanzo è stato accostato a "Il deserto dei Tartari" di Buzzati ... ci può stare. Qui c'è in più un'atmosfera quasi metafisica, che pare però sempre sul punto di precipitare nella più spietata violenza. Ne scaturisce una particolare tensione narrativa, che rende la lettura assai coinvolgente.

Un racconto scarno,essenziale,duro su cosa significa la guerra e sulle paure e illusioni dell'uomo. Il colonnello Andrade e il tenente Quesada sono due personaggi che anche se in maniera differente sentono il peso della tragedia sul loro destino e quello degli uomini che comandano. Bel libro da leggere assolutamente

Tra Buzzati e Melville, un romanzo che ha il passo del classico, il sapore della sconfitta e della disillusione, odore di fumo e ruggine, tonalità sovraesposte che costringono a tenere gli occhi stretti, rumore di vento e di lame fendenti. Non ci sono buoni e cattivi, non c'è "il bene". C'è la follia cui l'essere umano tende inesorabilmente; c'è la violenza che ci ricorda quello che siamo: animali. C'è l'ossessione, che ci spinge ad andare avanti e a compiere imprese tremende, e che poi ci uccide svelando tutta la sua inconsistenza e illusorietà. Romanzo eccellente nella sua linearità. Spietato