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Il romanzo filosofico Dafne di Alfred de Vigny, scrittore di origine aristocratica vissuto nel XVIII secolo, ripercorre la vicenda di Giuliano Imperatore conosciuto anche come Giuliano l’Apostata, il quale fu l’ultimo imperatore pagano e che tentò di attuare una restaurazione del paganesimo quando il cristianesimo si stava affermando in tutto l’Impero romano e che ne decretò la decadenza e la fine. Dafne è un sobborgo della metropoli ellenistica e multiculturale di Antiochia in Siria. De Vigny afferma che la religione cristiana è un «lamento piagnucoloso», per il fatto che la predicazione di Cristo è rivolta anche e soprattutto ai sofferenti, ai malati, a quelli che Nietzsche considerava «malriusciti» e, in virtù del loro rassentiment, reprimevano ogni aspirazione superiore. La lotta tra cristiani e pagani, in questo libro, è riportata nelle ultime pagine del breve romanzo quando Giuliano morirà trafitto da una lancia. L’Autore considera la religione dei Vangeli sovversiva dell’ordine tradizionale precristiano e precorritrice delle utopie illuministiche, liberali e socialiste che daranno l’impronta alla degenerazione del mondo moderno. Il re-filosofo Giuliano, che secondo Platone doveva essere al vertice della piramide gerarchica nella gestione della polis, in quello che possiamo conoscere dallo scrittore francese, considera “Barbari” gli adepti al culto messianico di Cristo. E’ significativo che la collana Paganitas delle Edizioni di Ar riporta nel frontespizio proprio una citazione di Giuliano Imperatore tratta dall’Inno alla Madre degli Dèi: «Quando l’anima si abbandona tutta agli Dèi e si affida tutta alle potenze superiori, seguono le cerimonie e i riti divini. In quel momento, tutto risiede negli dèi e tutto negli dèi ritrova il proprio fondamento e tutto è ricolmo degli dèi. Allora, d’improvviso, la loro luce s’irradia sulle nostre anime, e anch’esse si fanno divine.» Il sacro, quindi, sia sotto forma pagana o cristiana è indispensabile alla vita dell’uomo.
Romanzo incompleto del poeta settecentesco De Vigny, impregnato di uno stile romanticista e francesista, la vicenda prende anima a Parigi e raggiunge il protagonista, Giuliano l’Apostata, a Dafne, il sobborgo di Antiochia dove sono riuniti gli ultimi Pagani che organizzano la disperata resistenza all’avanzata del Cristianesimo. Non mancano i riferimenti ideologici e filosofici che assumono i personaggi rispetto a fatti o persone. Le descrizioni sono sublimi e lo stile è molto lento, complessivamente si tratta di un libro affascinante ma impegnativo.
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