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Dialettica dell'illuminismo
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Dialettica dell'illuminismo
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Dialettica dell'illuminismo
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Brossura
Anno edizione: 2010
22,80 €
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Dialettica dell'illuminismo
Scritta in stretta collaborazione dai due pensatori tedeschi durante la guerra, l'opera risponde al bisogno di tradurre sul piano speculativo una duplice esperienza: quella dell'Europa devastata dal fascismo, che gli autori si erano lasciata alle spalle, e quella della società americana che li aveva accolti. Entrambe le esperienze provano - ed è la tesi del libro - che l'illuminismo ha la tendenza a rovesciarsi nel suo contrario, non solo nell'aperta barbarie del fascismo, ma anche nell'asservimento totalitario delle masse attraverso la blandizie dell'industria culturale. Secondo gli autori, la libertà nella società è inseparabile dal pensiero illuministico. Il concetto stesso di questo pensiero, tuttavia, implica già il germe di quella regressione che oggi si verifica ovunque. Per questo essi affermano che se l'illuminismo non accoglie in sé la coscienza di questo momento regressivo, firma la propria condanna, e che è un dovere di tutti riflettere sull'aspetto distruttivo del progresso. Gli autori vollero qui dare un contributo, poi risultato essenziale, a questa che è una «comprensione teoretica dell'oggi«. Già edita una prima volta nel '47, l'opera è tra l'altro uscita nei «Paperbacks» nel 1980.
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Editore:
Formato:
Testo in italiano
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Compatibilità:
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
Pagine della versione a stampa:
XLIII-281 p.
Layout:
Reflowable
EAN:
9788858426654
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Davide
06 aprile 2021
Molto interessante
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Cloe
11 maggio 2020
Adorno si girerebbe nella tomba se vedesse che non solo esiste Internet, ma che su Internet si scrivono recensioni sul suo libro (scritto a quattro mani con il collega Horkheimer). Contro i mass media e l'industria culturale, pessimistica e demistificatrice, la battaglia di Dialettica dell'Illuminismo oggi sembra aver perso davanti all'evidenza. Eppure, in questa opera scritta negli anni '40, c'è ancora più verità adesso che non ieri. Come una Cassandra non ascoltata, Adorno aveva previsto quello che in parte stiamo vivendo. Perché mai come nel nostro presente è evidente il condizionamento dei media - ormai non più tradizionali, ma migrati sul web e non solo - come frutto di un iperrazionalismo della società che deve produrre a tutti i livelli, senza limiti. Il fallimento del sogno illuministico e borghese di poter dominare il mondo ci ha trasformato in consumatori, anche in quegli ambiti che dovrebbero essere immuni dalle dinamiche del potere e dell'economia (come l'arte, la cultura), anche quando non ce ne rendiamo conto. La metafora di Ulisse e delle sirene, rimane ancora oggi una delle più significative per comprendere la tracotanza - la hybris - della moderna società capitalistica. Un'opera non facile, ma fondamentale per chiunque studi o sia appassionato di filosofia.
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Giorgio Minucci
23 dicembre 2019
Uscita nel 1947, ma già preparata in alcune sue parti negli anni precedenti, quest'opera si compone di 5 saggi: Il concetto dell'Illuminismo, due excursus (Odisseo omerico, Sade), L'industria culturale, Elementi dell'antisemitismo, Appunti e schizzi. Si tratta di veri e propri frammenti filosofici, la cui esposizione non sempre è lineare e trasparente; molto densa concettualmente, ricca di argomentazioni appena abbozzate, qua e là illuminate da metafore, intuizioni, dichiarazioni ad effetto. A parte la forma, il contenuto dà molto. Innanzitutto il concetto di illuminismo, visto come l'orizzonte di tutta la cultura occidentale, che parte dal mito come spiegazione del mondo ed emancipazione del Sé contro la natura e il mondo magico fino a ribaltarsi nell'irrazionalità del capitalismo monopolistico e i totalitarismi. Dialettica nel senso che l'illuminismo come Logos, Ragione, si rovescia in ciò che pretende di negare, cioè nella stessa irrazionalità del dominio assunto a dogma universale contro la soggettività degli individui, liberando in forma violenta e distorta la natura mutilata nel razzismo, nella nefandezza delle guerre, nei consumi sfrenati di una sessualità meccanica (Sade), nella proiezione paranoide persecutoria dell'apparato collettivo fascista o monopolista del tardo capitalismo. Si parte con Ulisse che cerca di spezzare il giogo magico della natura, facendosi beffe delle vecchie divinità ormai circoscritte. Polifemo, la maga Circe, Poseidone, nonostante i loro poteri, vengono raggirati attraverso l'astuzia e l'inganno del signore devoto alle divinità olimpiche del dominio, e come signore deve dominare i propri istinti, per poter apprezzare, in forma oramai alienata, il canto delle sirene. L'Illuminismo diventando dominio del soggetto su di sé, sulla natura e contro gli altri uomini, annienta se stesso nella meccanicità di una tecnica il cui solo limite è quello della distruzione totale, contro la quale la verità è solo nella sua forma negativa.
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