L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
È dura spiegare ai più giovani l’impatto del trip-hop negli anni ’90. Potremmo persino dire che fu allora che ci arrendemmo del tutto a Britannia. Cosa potevi dire, a un’isoletta che dopo tante rivoluzioni sonore ne sfoderava un’altra, ben più moderna del grunge americano, e più efficace dell’hip hop nell’usare i campionamenti non solo come “base” ma come elemento vivo della musica? Il trip-hop era un vortice di ossimori, sintesi inaspettata di opposti: sporcizia industriale ed eleganza, calore e tecnologia, giungla e nebbia, inquietudine e distacco. Il tutto da un nuovo epicentro: dopo Londra, Liverpool, Manchester, era il turno di Bristol. Massive Attack, Portishead, Tricky, parevano il nucleo di una rivoluzione estetica, anche più di gruppi coevi di maggior successo (Radiohead, Prodigy). Invece quella rivoluzione abortì.
Di lì a poco Britannia prese a riversare su di noi quintali di giàsentito: il secolo in corso ci ha dato Coldplay, la povera Amy, Adele, rockband fighette, tanta EDM fatta in serie e cantautorini col fattore X garantito. In tutto ciò, l’automarginalizzazione dei Massive Attack (due album dal 2000 a oggi) sapeva di gesto simbolico ed estetico. Oggi però, il duo (con Tricky ospite, in Take It There) batte un colpo. Anzi, due. Questo EP con quattro pezzi scritti da Del Naja, cui ne seguirà un altro in primavera scritto da Daddy G (cosa eloquente sui loro rapporti). Come suonano, questi quattro pezzi, nemmeno troppo lunghi? Intriganti, suggestivi. Ma non folgoranti. Non “massive”. E non molto diversi dagli ultimi due nonfolgoranti album. Vogliamo accontentarci? Oh, è una domanda terribile, vero? Voto 3/5
Recensione di Paolo Madeddu
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore