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Anno edizione: 1994
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Che dire, molti lo ritengono sopravvalutato, alcuni lo ritengono poco pinkfloydiano, ma per me resterà sempre uno degli album migliori non solo dei Pink Floyd, in assoluto! Un album che dovrebbe possedere qualsiasi appassionato del gruppo, un capolavoro!
Il genio di Waters ha partorito il più bel muro di sempre. Ero un giovinastro quando è uscito e forse all'epoca non l'ho capito, lo riascolto molto più volentieri oggi, visto che nel frattempo è diventato il disco "cult" delle mie figliole. Ehi teacher, leave the kids alone!
"The Wall" è un doppio album dei Pink Floyd del 1979. Alla sua uscita ha scatenato pareri contrastanti: c'è chi lo reputa il migliore disco dei Pink Floyd, e chi invece lo considera non solo non all'altezza dei precedenti, ma anche la fine dei veri Pink Floyd, ormai totalmente egemonizzati da Roger Water. Il sound dell'album infatti è molto diverso rispetto ai Pink Floyd classici e sono spesso accusati "The Wall", e il successivo "The Final Cut" (1983), di subordinare la musica ai testi. In realtà la cosa è infondata: entrambi gli album sono basati su melodie impeccabili e ben articolate. Quello che probabilmente spiazza i fan dei Pink Floyd classici è l'assenza delle tipiche tastiere "a tappeto" di Richard Wright, che fino all'album precedente si erano rivelate fondamentali nel dare al sound dei Floyd quell'atmosfera spaziale e onirica: a rimpiazzarle pianoforte e orchestra, elementi da sempre tipici della dimensione cantautorale. Forse "The Wall" non è un disco esente da pecche, ma la forza dirompente del suo Concept e le tinte forti donate con maestria da Waters ne hanno fatto uno dei pilastri stessi del Rock (si è posizionato all'87° posto nella lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone). "The Wall" è un Concept Album (è inoltre il secondo doppio album, dopo "Ummagumma"). Narra la storia di Pink (in gran parte ispirata alla vita di Roger Waters), che, anche a causa dei tragici avvenimenti della propria vita (il padre morto in guerra mentre lui era ancora in fasce, la scuola disumanizzante, la madre iperprotettiva, l'alienante vita da rock-star, il divorzio), si chiude dietro ad un muro psicologico invalicabile, che, per proteggerlo dal mondo esterno lo soffoca inesorabilmente, trascinandolo nella follia (e richiamando, in tal modo, anche la storia personale di Syd Barrett). Le canzoni dell'album spaziano tra sbotti di rabbia anche molto violenti ("One Of My Turns") e ballate delicate ma strazianti ("Nobody Home"). Un classico assoluto di fine anni '70, molto bello e curato negli arrangiamenti.
Recensioni
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