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Dove costruiamo pensiero? Hannah Arendt e la cura degli ambienti educativi - Marta Ilardo - copertina
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Descrizione


Il male, afferma Hannah Arendt nel 1963, è spesso frutto di un'azione impensata: è infatti l'assenza del pensiero - del pensiero critico - a generare il male. Ma c'è un "in più" che accompagna il suo interesse per il male e che compone e completa, se vogliamo, la "mappa" del suo pensiero. Questo ulteriore elemento è ciò che ci consente di definire l'autrice una "pensatrice spaziale". Il male non è mai isolato, giunge ad ipotizzare Arendt (1958), ma progredisce e trova sostegno nella vulnerabilità degli ambienti - pubblici e privati - dell'esperienza umana. Ecco, dunque, dove collochiamo la riflessione che interroga l'educazione e, in questo caso specifico, gli ambienti e i contesti educativi coinvolti nella definizione di percorsi esistenziali emancipativi. Da questo punto di vista, l'"eredità pedagogica" arendtiana è ciò che consente il rinnovo di una sfida educativa tanto attuale quanto fragile e precaria: l'azione orientata alla tutela degli ambienti dove abbiamo - dovremmo avere - occasione di rinvigorire quel pensiero che smaschera e, se può, "resiste" alla banalità del male.
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Dettagli

2021
9 settembre 2021
Libro universitario
164 p., Brossura
9788835119333
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Indice

Indice
Maurizio Fabbri, Prefazione. Dai luoghi del pensiero agli spazi del pensare
Introduzione
Parte I
Hannah Arendt, una biografia filosofica
(Perché filosofica?; Dall'isolamento adolescenziale all'impegno politico nelle comunità sioniste; Apolide in terra e nel pensiero; L'arrivo in Francia e la questione identitaria)
Le origini del totalitarismo: la frattura dello spazio politico e un nuovo sguardo sugli ambienti politici
(Premessa; Prime questioni: Le origini del totalitarismo e le ispirazioni marxiste; Perché le "origini"?; La banalità del male: l'assenza di pensiero e la distruzione di uno spazio pubblico; Il "campo": l'essenza del totalitarismo e una nuova forma di potere; La forza della disumanizzazione, ovvero la scomparsa dell'alterità; Sull'accezione di minoranza come strumento politico)
Vita activa e la mappa del pensiero arendtiano: da dove ricominciare?
(Premessa; Il mondo; La vita; L'azione; Abbiamo la garanzia di un mondo plurale?; Spazio pubblico e spazio sociale: primi segnali della società di massa)
Parte II
Hannah Arendt e la cura degli ambienti educativi
(Premessa; Quando Arendt interroga gli spazi dell'educazione; Il caso Little Rock: un nuovo significato di ambiente; Dove siamo... quando siamo a scuola?; L'approccio "spaziale" all'educazione; L'educazione secondo Arendt: una dimensione prepolitica?; In direzione di impegno educativo: la "restaurazione" del mondo politico; La "sicurezza dell'oscurità": un dispositivo per leggere la realtà; Ambienti, pensiero ed azione: quali possibilità di dialogo?)
Ambienti educativi, terreni di fragilità
(Tratti di fragilità dell'azione educativa; Senso e zone d'ombra degli ambienti educativi; Smascherare gli impliciti, comprendere il contesto?; Esercizi per la comprensione)
Verso la tutela degli ambienti educativi...
(Premessa; Il mondo in-comune; Ambienti plurali sotto il segno della responsabilità e della solidarietà; Il "thinking": un esercizio di pluralità; Tutelare l'ambiente è tutelare l'esperienza educativa)
Conclusioni
Mariagrazia Contini, Postfazione
Bibliografia.

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