La vita bugiarda degli adulti

Per buona metà il romanzo è la versione minore dell’Amica geniale, offrendo qualche flash sulla Napoli delle periferie e sui suoi personaggi. Il che è già un pregio. Quanto meno perché lo differenzia da altri libri della Ferrante, dove il monologo di una protagonista assillata principalmente da se stessa riesce quasi insopportabile. La trama resta però molto povera e soprattutto poco significativa. Al solito l’autrice punta più su una certosina indagine delle sfumature psicologiche del suo personaggio che non sulla potenza del racconto, e questo è il suo limite.

Per buona metà il romanzo è la versione minore dell’Amica geniale, offrendo qualche flash sulla Napoli delle periferie e sui suoi personaggi. Il che è già un pregio. Quanto meno perché lo differenzia da altri libri della Ferrante, dove il monologo di una protagonista assillata principalmente da se stessa riesce quasi insopportabile. La trama resta però molto povera e soprattutto poco significativa. Al solito l’autrice punta più su una certosina indagine delle sfumature psicologiche del suo personaggio che non sulla potenza del racconto, e questo è il suo limite.

Premetto che Elena Ferrante scrive in maniera divina, ha una penna magistrale. Ma dopo aver letto la saga dell'amica geniale, questo libro seppur molto buono, non è minimamente paragonabile. Inoltre ho rivisto in parte lo stesso copione con personaggi similari. La prima metà del libro mi è piaciuta molto, ti tiene incollata alle pagine. Il finale a mio avviso su perde un po', anzi non c'è proprio. Da un libro autoconclusivo mi aspettavo un finale migliore